Chinaglia, Maestrelli e un limone…

Nasce cinquant'anni fa un binomio indissolubile della storia della S.S.Lazio.

Roma, 16 giugno 2021.

 

La vita spesso ci mette davanti a episodi che anche a distanza di anni stentiamo a spiegare, a valutarne gli effetti e il mondo dello sport, ovviamente, non fa eccezione.

La storia che vi raccontiamo è <La storia fantastica>, come il film di Rob Reiner del 1987.

Una vicenda sportiva che lega e legherà indissolubilmente per tutta la vita due personaggi della Società Sportiva Lazio.

Il 16 giugno 1971, cinquant’anni fa, si gioca allo stadio Olimpico una gara quasi senza significato, Lazio-Winterthur, per la Coppa delle Alpi.

Un torneo che si gioca negli anni settanta a fine campionato tra squadre italiane e svizzere in contemporanea con un altro torneo di fine stagione, l’Anglo-Italiano.

La stagione ’70/’71 per la Lazio si chiude con una sanguinosa retrocessione in serie B, con polemiche dilanianti nell’ambiente e l’esonero del tecnico, l’argentino Lorenzo.

La cosa che più fa imbestialire una certa stampa, legata a Lorenzo, è che viene chiamato come nuovo tecnico biancoceleste Tommaso Maestrelli.

Maestrelli, pisano ma barese di adozione, è ingaggiato qualche giorno prima del 16 giugno e la considerazione dei più è:<ma come, viene cacciato Lorenzo e prendono un tecnico che è appena retrocesso col Foggia?>.

Cavalca questo malcontento, tra i più, Giorgio Chinaglia, il centrattacco leader della squadra, riconoscente al mister argentino, appena esonerato, che l’ha fatto debuttare in serie A.

Maestrelli si aggrega al gruppo Lazio come “osservatore”, dal momento che contrattualmente il suo contratto parte per la nuova stagione dal primo luglio.

Prende confidenza con l’ambiente, studia i giocatori a disposizione e valuta la situazione.

Giorgione è molto diffidente e imbufalito verso la società e chiede ripetutamente la cessione non volendo, in questo contesto, giocare in serie B.

Maestrelli lo incrocia un paio di giorni prima della gara contro il Winterthur al campo di Tor di Quinto.

Lo saluta con calore e gli dice:< Giorgio sono contento di poter lavorare con te, insieme faremo grandi cose e mi aspetto molto dalla tua collaborazione>.

Chinaglia rimane colpito dall’approccio del nuovo mister, ma la favola si celebra in un pomeriggio incredibilmente caldo del 16 giugno nei corridoi dell’Olimpico a pochi minuti dall’inizio della gara contro il Winterthur.

Maestrelli, prima di sedersi in tribuna, scorge Chinaglia che sta uscendo dagli spogliatoi in borghese con la borsa in mano.

<Dove vai Giorgio?>, <A casa mister ho trentanove di febbre, non mi reggo in piedi>.

Maestrelli lo accarezza sul capo e gli dice:<Giorgio fallo per me non andare via, sei il giocatore più importante, senza di te non ce la facciamo>.

Chinaglia tentenna ma vuole comunque andar via, con Maestrelli che lo invita ad aspettarlo un istante mentre va a prendere una cosa.

La “cosa” è un grosso limone e Maestrelli invita Giorgio a mangiarlo tutto come fosse un’albicocca.

In più gli dice:<Giorgio vai in campo anche se non ti reggi in piedi non fa nulla, l’importante che ci sei e vedrai che il goal lo farai>.

Il centrattacco, stupito, asseconda il nuovo mister e partecipa alla partita segnando tre reti, uscendo distrutto dopo un’ora di gioco.

Un limone dunque è l’artefice di uno dei più grandi rapporti della storia del calcio tra un giocatore e il proprio allenatore.

Già nella sofferta cavalcata verso la serie A si cementa l’intesa tra i due, con Chinaglia che più volte prende le difese del suo mister contro contestatori prezzolati del turbolento ambiente laziale.

Il nascente binomio Maestrelli-Chinaglia, in quel torrido 16 giugno 1971, diventa una storia di un calcio che oggi non esiste più, un qualcosa che va persino oltre un normale rapporto padre-figlio.

Chinaglia, dopo il famoso derby in cui sfida l’intero popolo romanista, immortalato dalla foto col dito puntato verso la curva sud giallorossa, viene accolto in casa Maestrelli che intende proteggerlo dall’ira dei tifosi più scalmanati.

Per due mesi è di fatto il quinto figlio di Tommaso, oltre i quattro naturali del mister.

Serate addolcite dalla famosa pasta e piselli che la signora Lina, moglie di Tommaso, prepara come specialità della casa

L’ultimo atto di questa storia fantastica avviene un anno e mezzo dopo la scomparsa di Giorgione, avvenuta nel 2012 negli Stati Uniti.

La sua salma viene riportata in Italia e riposa nella tomba della famiglia Maestrelli, al cimitero Flaminio di Roma, accanto al suo padre putativo.

Insomma tutto per un limone…

 

 

 

 

 

 

 

 

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