Roma, Sabato 11 Febbraio 2017- Il consueto racconto con cui ci prepariamo alla partita dell’Italia oggi contro l’Irlanda, ha per protagonista – e non poteva essere altrimenti – il nostro nuovo allenatore.
Conor O’Shea, nato a Limerick nel 1970, è figlio di Jerome, un famoso campione di calcio gaelico. La sua carriera rugbystica si è sviluppata ricoprendo il ruolo di estremo prima in patria, con la maglia della provincia di Leinster (1990-96), e poi nei London Irish (1996-2001). Con la Nazionale del Trifoglio conta 35 presenze, con 44 mete realizzate, tra il 1993 e il 2000, disputando due Campionati del Mondo (1995 in Sudafrica e 1999, nell’edizione distribuita tra le isole britanniche e la Francia, con eliminazione nei quarti di finale in entrambi i casi) e la prima edizione del 6 Nazioni nel 2000, conclusa dagli irlandesi con il terzo posto in graduatoria. Poi, nel novembre 2000, l’infortunio grave alla caviglia in una partita contro il Gloucester che lo ha allontanato dal campo costringendolo l’anno dopo, a seguito degli infruttuosi tentativi di recupero, a ritirarsi dall’agonismo, poco più che trentenne.
La carriera da giocatore, non fortunatissima e precocemente interrotta, è forse all’origine della determinazione con cui O’Shea appare ricoprire oggi il ruolo di allenatore. Sinora, oltre ad essere entrato nelle simpatie dei tifosi italiani per la storica vittoria sul Sudafrica, sta facendosi apprezzare per la pacatezza di stile e per il garbo con cui si pone, in sintonia con il capitano Parisse. È una coppia che prova come si possa essere leader, in campo e fuori, senza bisogno di eccessi o manie di protagonismo (tipo tuffi sui tifosi, come una rockstar che si lancia dal palco sulla folla, per cercare qualche esempio contrastante in altri ambiti sportivi…). E il duo emana consapevolezza e serenità, come ci ha raccontato Giacomo Mazzocchi con le sue impressioni a caldo dopo il Captain’s Run del venerdì.
Dal nostro punto di vista, l’augurio è che Conor si confermi la persona gusta per il cambio di passo dell’Italia, dopo tantissime scorpacciate di polvere o fango.
Speriamo che oggi pomeriggio, per il nostro “uomo tranquillo”, la fame di vittoria prevalga sulla nostalgia per la sua verde terra d’Irlanda.