Roma, 8 aprile – Capitano della Roma Campione d’Italia 1982-83 e di un’intera generazione di tifosi giallorossi, che nel suo ricordo o nel rivederlo in tv o in internet, ritrovano tutti i piaceri e le gioie del calcio che fu, ormai lontano e più nobile parente di quello attuale. Un calcio fatto di sentimenti e passioni, attaccamento alla maglia e suggestioni, in cui i soldi, certo, avevano il loro peso, ma in cui ci si poteva anche specchiare nella signorilità di gente come lui, Agostino Di Bartolomei. Uno dei tanti ragazzi della splendida Primavera tirata su da Giorgio Bravi all’inizio degli anni ’70, nella quale giocava e vinceva, ovviamente da capitano.
In prima squadra esordì con Helenio Herrera, poi divenne il pupillo di Nils Liedholm, che in lui ritrovava tutta la classe e il carisma che cercava nei leader delle sue squadre. Re delle punizioni, nonostante giocasse a centrocampo, conla Romaha segnato 50 reti in campionato e 17 nelle varie coppe che ha giocato.
La sua scomparsa, in quel maledetto 30 maggio del1994, halasciato un gran vuoto in chi lo ha sempre amato, sia come calciatore che come uomo e, soprattutto, in chi, come noi, ha avuto la fortuna di conoscerlo.
Oggi, 8 aprile, Agostino, che era nato nel 1955, avrebbe compiuto 61 anni. Per questo abbiamo voluto ricordarlo. Perché gli abbiamo voluto bene e perché lo abbiamo ammirato, in campo e fuori. Con il suo rigore morale, il suo carisma e quella faccia da antico romano che incarnava appieno il suo essere romanista nell’anima. Una bandiera che sventolerà per sempre nella storia giallorossa.