Racconti di sport. Giancarlo&Giancarlo

Breve storia dei due numeri 10 più amati da Firenze.

Roma, 25 ottobre – Stesso nome, stesso numero di maglia, stessa squadra, che per l’uno è stata l’unica della sua carriera di calciatore in Serie A e per l’altro, invece, è stata l’intervallo tra le due parentesi (inizio e fine) vissute con l’altra della sua vita,la Roma. Stiamo parlando dei due Giancarlo più importanti della storia della Fiorentina: Antognoni e De Sisti.

I due numeri 10 più amati dal popolo in viola, al quale hanno regalato sprazzi di gran gioco e di sogni, poi concretizzatisi in vittorie per De Sisti (che con la Fiorentina ha vinto lo scudetto del 1968-69, la Coppa Italia del 1965-66 e la Mitropa Cup del 1966) e in elogi per Antognoni, che in viola vinse solo una Coppa Italia (nel 1975), ma che fu Campione del Mondo con l’Italia nel 1982. Anche se in quel Mondiale, da lui giocato alla grande fino alla semifinale, dovette poi saltare la finale di Madrid contro la Germania per un infortunio riportato in un contrasto di gioco con il polacco Matysik. “E quell’assenza nella partita più importante che avrei potuto giocare resta ancora oggi il rammarico più grande della mia pur bellissima carriera di calciatore” ripete spesso, quando lo si intervista.

De Sisti, al contrario, il traguardo della Coppa del Mondo lo ha solo sfiorato, nel 1970, in Messico, con la nazionale di Riva, Rivera e Mazzola. Quella che ha fatto la storia giocando la partita del secolo nella semifinale dell’Azteca contro la Germania, battuta 4-3 nei supplementari più rocamboleschi che il football ricordi. Gli stessi che pesarono moltissimo sulle gambe degli azzurri, poi sconfitti nella finale di Città del Messico dal mitico Brasile di Pelé, una delle squadre più forti di sempre. E a “Picchio” nostro (così venne soprannominato ai tempi in cui giocava nella Roma) restò il rammarico del traguardo solo sfiorato.

Strana la vita per i due Giancarlo protagonisti del nostro racconto. Uno che vince quasi tutto con la Fiorentina (perdendo anche tre finali di coppe internazionali, la Coppa delle Alpi, la Coppa Mitropa e la Coppa Anglo-Italiana), ma perde la Coppa del Mondo all’atto conclusivo. L’altro che conquista un solo trofeo in maglia viola, ma con l’Italia vince quello più importante al quale può ambire un calciatore. Per di più al termine di un torneo nel quale la nostra nazionale ha eliminato tutte le formazioni più forti in corsa per il titolo: l’Argentina Campione in carica e con Maradona in campo, il Brasile dei fenomeni Zico, Falçao, Socrates, Junior e Toninho Cerezo, la Polonia di Boniek e la Germania di Rummenigge, Schumacher, Briegel e Stielike. Leggende della storia del calcio accanto alle quali i due Giancarlo stanno alla grande. Perché anche loro sono stati fortissimi e ben degni di indossare la maglia dei campioni. Quella 10 che, quando giocavano loro, nel calcio dei numeri fissi dall’1 all’11, era il segno distintivo di chi aveva comunque qualcosa più degli altri.

Insieme si ritrovarono nella Fiorentina che sfiorò lo scudetto nel campionato 1981-82, che chiuse al secondo posto. De Sisti sedeva in panchina nelle vesti di allenatore. Antognoni giocava a centrocampo, nel suo naturale ruolo di regista, con il solito numero 10 sulle spalle. Per entrambi fu un’avventura bella e triste. Entusiasmante nella rincorsa ad un titolo che avrebbe fatto esplodere di gioia i Lungarno. Desolante nella conclusione.

Ma comunque degna di essere ricordata ancora oggi!

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