Roma, 4 maggio 2020 – Fortunato lui, a venire a guadagnare qualche bel soldino in Italia, non certo il Perugia che lo prese quaranta anni fa, nell’estate del 1980, dopo la riapertura delle frontiere del calcio italiano agli stranieri. Nella sua scelta la società biancorossa fu condizionata dall’esigenza di sostituire nel modo migliore possibile Paolo Rossi, rimasto coinvolto nel calcio scommesse che aveva stravolto la stagione precedente (1979-80). Una vicenda dalla quale Rossi era uscito con una pesante squalifica e il Perugia con un -5 in classifica per il campionato 1980-81, quello, appunto, della riapertura agli stranieri (ma uno per squadra). Così i dirigenti umbri si concentrarono sulla ricerca di un centravanti che potesse garantire i gol di Rossi e, di conseguenza, il raggiungimento di quella salvezza che, partendo con 5 punti in meno, sembrava difficilissima da conquistare. E la loro attenzione venne catturata da Sergio Elio Fortunato, un centravanti argentino che, nel suo campionato, aveva conteso il titolo di capocannoniere addirittura a Diego Armando Maradona. Fortunato giocava nell’Estudiantes e si vedeva subito che, per fisico e attitudini, era il classico centravanti d’area di rigore. Poco movimento e molto opportunismo. Per prenderlo il Perugia sborsò 780 milioni di lire e un discreto ingaggio al giocatore che però, una volta arrivato in Umbria, dovette vedersela con il credo tattico del giovane tecnico difensivista Renzo Ulivieri. Forse Fortunato non era quello che quest’ultimo cercava, sicuramente Fortunato ebbe serie difficoltà di ambientamento nella nostra Serie A, ma di sicuro venne anche impiegato malissimo in campo. Ulivieri, infatti, lo schierò spesso all’ala sinistra per marcare il terzino fludificante della squadra avversaria, allontanandolo, così, da quell’area di rigore che era il suo Paradiso. Lui, poverino, si difese più volte dicendo che era stato preso per fare i gol e non per fare il marcatore. Ma peggiorò solo la situazione, finendo più spesso in panchina che in campo, salvo riscattare in parte il suo onore di bomber segnando due gol nelle ultime due partite di campionato, ma con il Perugia ormai già retrocesso. Due reti, dunque, inutili: la prima a Milano nella sconfitta per 3-1 con l’Inter, la seconda con cui firmò la platonica vittoria casalinga per 1-0 con il Torino del 24 maggio 1980. Servirono, però, a farlo entrare in quella classifica marcatori nella quale, al momento del suo arrivo, sognava di stare ben più in alto. A fine stagione Fortunato lasciò l’Umbria con 12 sole presenze in campionato e quei 2 gol di cui abbiamo scritto. Dopo aver appeso gli scarpini al fatidico chiodo si è dato alla carriera di procuratore sportivo e tra i suoi assistiti più importanti ha avuto anche il connazionale, poi naturalizzato italiano, Mauro German Camoranesi, campione del mondo con gli azzurri nel 2006.
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