Roma, 28 novembre 2016 – C’è un cuore giallorosso nel cuore dell’Italia, l’Aquila. Capoluogo di quell’Abruzzo in cui risiedono i discendenti del fondatore dell’AS Roma, Italo Foschi. L’uomo che promosse la fusione tra l’Alba, la Fortitudo e il Roman che quasi novant’anni fa dette vita alla Roma, dai colori giallorossi e con la Lupa Capitolina come stemma, perché essa doveva essere la squadra della Capitale d’Italia.
Il Museo, che si trova in Via Ettore Moschino e che è stato inaugurato lo scorso 7 giugno, in occasione degli 89 anni dell’AS Roma, ricrea lo studio di Italo Foschi e racchiude i cimeli di quel periodo, tra i quali la stessa scrivania sulla quale venne firmato l’atto costitutivo della società giallorossa il 7 giugno 1927, a Roma, in Via Forlì 16, presso l’abitazione privata della famiglia Foschi. In questo piccolo Museo si rivive tutto il fortissimo legame affettivo e sportivo intercorso tra Italo Foschi e i suoi tre nipoti Mauro, Vittorio e Italo Zingarelli, che ha permesso la conservazione praticamente immutata dell’intero studio privato di Italo Foschi superando numerosi traslochi, guerre, gravissimi lutti e, in ultimo, anche un terremoto.
Il Museo è stato ideato e voluto da Riccardo Zingarelli (gloria del rugby nazionale e due volte campione d’Italia con l’Aquila Rugby) e dai suoi fratelli per rendere omaggio al padre Vittorio, al quale è intitolato il Roma Club aquilano. La madre di Vittorio Zingarelli, Italia Foschi, era infatti la sorella di Italo, il fondatore e primo presidente della Roma. Per questo, una volta spirato Italo, lei conservò tutti i ricordi materiali del fratello, trasferendoli, poi, al figlio Vittorio, che scelse di vivere a L’Aquila a partire dal 1959 perché si era innamorato della città. E che qui ci ha lasciato pochi anni fa. Centinaia di oggetti, documenti, fotografie e cimeli straordinari appartenuti all’uomo che volle così fortemente la nascita della Roma che ora, grazie a Riccardo e ai suoi fratelli, rivivono nella piccola (ma densa di emozioni) sala-museo che hanno voluto dedicare al loro antico parente. In ricordo di lui e a suggello di quella passione giallorossa che ha sempre contraddistinto la loro famiglia.
Per questo chi ama la Roma non può non visitare questo luogo della memoria romanista, approfittando della gita per andare anche a riscoprire una città che, a sette anni dal terribile terremoto del 6 aprile 2009 che in parte la distrusse, sta pian piano tornando all’antico splendore.