Roma, 15 dicembre – Nel calcio esistono leggende delle quali, magari, si è solo sentito parlare. Ma di loro se ne è parlato così tanto che, anche al solo sentirle nominare, ti vengono subito alla mente.
Una di queste è Fosco Becattini, un pezzo della storia del Genoa che ci ha lasciato ieri, 14 dicembre, all’età di 91 anni. Un ligure doc (era nato a Sestri Levante il 16 marzo del 1925) che avrà per sempre un posto in prima fila tra le leggende dei più grandi giocatori che hanno vestito la maglia del club più antico in Italia.
La storia, infatti, racconta di 425 presenze in campionato in rossoblu (449 in totale) dal 1946 al 1961 che lo issano al secondo posto della classifica dei più genoani di tutti i tempi alle spalle di Gennaro Ruotolo. Quando giocava era soprannominato “Palla di Gomma” per la sua agilità, che compensava la statura non elevata. Grazie a quella sua dote, infatti, arrivava da tutte le parti e, con il numero 3 sulla schiena, prendeva in consegna l’ala destra avversaria. In un calcio fatto di marcature ferree e schemi che oggi, spesso, non esistono più. Dopo essere cresciuto nel club dei “corsari” aveva spiccato il volo verso il Grifone nel periodo successivo alla seconda guerra mondiale. E in rossoblu ha giocato per sedici stagioni intensissime, quasi tutte in Serie A, nelle quali aveva incarnato lo spirito del Genoa, costruito sulla vocazione al sacrificio e la dedizione totale alla maglia.
Un esempio per tutti, dai compagni ai tifosi, che gli volevano un bene da pazzi.
Nel suo palmares figurano anche due presenze da imbattuto con la Nazionale italiana contro Spagna e Ungheria.
“E’ morto Fosco, viva Fosco. Il re del Genoa” scrive il sito ufficiale della società. Ci associamo ad esso, perché di meglio non sapremmo scrivere.