Racconti di sport

Franz Beckembauer, il Kaiser.

Scompare un'altra grande leggenda del calcio mondiale.

Roma, 8 gennaio 2024

 

Un altro caposaldo del calcio mondiale e più in particolare del Fu§ball tedesco è venuto a mancare all’età di 78 anni, compiuti nello scorso settembre: Franz Beckembauer.

Giocatore fantastico che ha dominato la scena europea e mondiale da metà anni sessanta fino all’epilogo con i Cosmos di New York nel 1983.

Prima mediano di centrocampo, con piedi raffinati non da roncolatore, poi grande interprete del ruolo di libero inteso come primo propositore di gioco.

Singolare come nei suoi tre mondiali disputati da giocatore, Inghilterra 1966, Mexico 1970 e Germania 1974, non sia mai sceso dal podio conquistando rispettivamente un secondo, terzo e primo posto.

I miei personalissimi ricordi iniziano dalla Coppa Rimet del 1966 quando a soli 21 anni s’impone al mondo come centrocampista di grande spessore tecnico, protagonista di un goal nella vittoriosa semifinale contro l’URSS realizzato alla leggenda Jascin.

Quella che poi è rimasta maggiormente impressa nella memoria collettiva e nostra in particolare è la prestazione nella celeberrima semifinale di Mexico 1970 contro gli azzurri.

Nel computo dei 120 minuti complessivi, supplementari inclusi, Beckembauer giocò più di un’ora con la spalla destra rotta, fasciata alla bene e meglio, senza patire alcun disagio.

Fronte alta, portamento regale, il Kaiser, mai soprannome fù più azzeccato, macinava gioco senza timore dei contrasti più ruvidi.

Il suo incedere, accarezzando il pallone col suo esterno destro, era poesia allo stato puro; il sinistro, a mia memoria, non credo l’abbia mai utilizzato, serviva solo per camminare…

L’apoteosi nel 1974 con il Mondiale vinto giocando nel ruolo di libero, che alle prime prove destò qualche preoccupazione vista la sua estrema eleganza nel gesto tecnico.

Beh rivedetevi la finale contro l’Olanda, vinta per 2-1, quando nel secondo tempo si erge a baluardo insormontabile contro le furie olandesi dimostrando di saper usare, all’occorrenza, sia il fioretto che la clava.

Ma senza trascendere in ostruzionismi, né falli gratuiti.

Per l’interpretazione moderna del ruolo di libero, se vogliamo, ha avuto un riferimento in  Pierluigi Cera a Mexico 1970, e ha dato poi il là al grande Gaetano Scirea anch’esso nato mediano.

Come longevità di carriera ma soprattutto come interprete di un calcio tecnico e moderno, nella sua personalissima interpretazione, non credo che sia erroneo catalogare il Kaiser tra i primissimi nel mondo.

I paragoni tra epoche diversissime tra loro è sempre esercizio da Bar dello Sport, detto con il massimo rispetto.

Certamente in buona compagnia di Pelè, Cruijff, Di Stefano, Puskas, Maradona, i primi cinque che mi sono venuti in mente, Beckembauer si sta già riallacciando gli scarpini…

 

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