Roma, 15 maggio – Il nostro personale ricordo di Sampdoria-Lazio va alla stagione ‘75/76 che si presentava con diverse novità da parte laziale. C’era un nuovo allenatore, Giulio Corsini, in sostituzione di Maestrelli, colpito qualche mese prima da un terribile male; non c’erano più due colonne portanti quali Oddi e Frustalupi, ceduti con molta fretta al Cesena e soprattutto si era vissuta un’estate tormentata per il caso Chinaglia. Il popolare Giorgione, in un primo tempo, non si era presentato in ritiro a fine luglio giustificando la scelta per problemi familiari, dovuti al trasferimento della famiglia negli Stati Uniti. Poi ebbe un clamoroso ripensamento verso fine agosto, quando si ripresentò a Fiumicino accolto da circa diecimila persone impazzite di gioia.
In tutto questo la squadra si stava preparando all’inizio della nuova stagione e sembrava che questa ulteriore scossa del ritorno di Chinaglia potesse conferirle nuova forza, tra l’altro complice un rocambolesco superamento del primo turno di Coppa Uefa contro gli allora sovietici del Chernomoretz proprio con una tripletta di Long John!
Quattro giorni dopo quest’impresa si va appunto a Genova contro la Samp ed insieme ad un amico decidemmo di seguire la squadra con un pulmann organizzato. Con viva sorpresa la domenica mattina presto, all’appuntamento per la partenza, ci fu comunicato che il mezzo era rotto e non c’erano possibilità di rimediare al problema, tant’è che ci rimborsarono la quota viaggio.
Che si fa? Senza perdersi d’animo il mio amico prese la sua macchina e decise che saremmo andati con quella, trovando la complicità ed il sostegno di altri due compagni di viaggio che si unirono alla trasferta.
Iniziò così un viaggio fantastico, in una splendida giornata di sole, con l’inaspettata compagnia di questi due neo-amici che sembravano essere, oltre che educati, anche tifosi moderati. Oltretutto uno di loro si era qualificato come giornalista dell’Osservatore Romano!
All’arrivo a Genova ci dirigemmo subito nella zona di Marassi e vicino allo stadio andammo a mangiare in una piccola trattoria, dove ci fecero assaggiare un piatto insolito per le nostre abitudini: le trenette al pesto!
Personalmente non conoscevo minimamente questa specialità e ne rimasi sorpreso e compiaciuto. Archiviato velocemente il pranzo la concentrazione fu tutta sulla partita, che avremmo visto completamente in zona “nemica”, cioè nella tribuna centrale di Marassi, in mezzo a migliaia di sampdoriani.
La partita non si schiodava dallo 0-0 ed onestamente il risultato stava anche stretto alla Samp che aveva più volte sfiorato il vantaggio, negatole solo dalle prodezze di Felice Pulici.
Poi, allo scoccare del 90°, in un’azione di alleggerimento, la Lazio passò in vantaggio col primo gol in serie A di Bruno Giordano, che scaraventò in rete una corta respinta della difesa doriana.
Non potete immaginare cosa successe nello spicchio di tribuna dove eravamo noi quattro unici rappresentanti del tifo laziale. Ci ritrovammo per terra ognuno aggrovigliato all’altro come se avessimo vinto la Coppa dei Campioni e senza il minimo ritegno nei confronti di chi era vicino a noi! Il più scatenato si dimostrò proprio il giornalista che pensavamo, vista la testata per cui scriveva, fosse tranquillo. Macchè: era un animale!
Appena ricomposti chiedemmo scusa, con molta ipocrisia, agli attoniti tifosi di casa ed uscimmo dallo stadio camminando almeno due metri da terra!
Al ritorno nei pressi di Orvieto decidemmo di fermarci per la cena ed entrammo in un ristorante vicino al casello autostradale. Notammo in un tavolo appartato il regista cinematografico Nanni Loy, l’inventore del famoso specchio segreto e grande tifoso della Lazio, che a sua volta notò in noi dei segni di riconoscimento di fede laziale.
Volle a tutti i costi dividere con noi la cena e sapere tutti i particolari dell’impresa del pomeriggio, godendo naturalmente dei nostri racconti.
Si trattò di un’esperienza molto interessante e che ricorderò per sempre, perché al di là del risultato sportivo fu la conoscenza improvvisa di questi personaggi a regalarmi emozioni e tratti umani difficilmente riscontrabili.
Non rividi più i due tifosi occasionali compagni di viaggio, ma ogni volta che c’è Sampdoria-Lazio non posso fare a meno di ricordarli e di ripensare alla famosa canzone di Bruno Lauzi, tifoso sampdoriano, “Genova per noi”.