Roma, 29 ottobre 2022 – Fine anni ’70-inizio anni ’80. Il calcio sta vivendo la rivoluzione del merchandising che è stata avviata dalla Roma di Anzalone con il celebre Lupetto al posto della Lupa capitolina.
Grazie alla mossa della società giallorossa anche le altre cominciano a capire l’importanza della commercializzazione dei loghi e molte di loro incaricano gli studi grafici di stilizzare i propri.
Tra queste c’è anche il Genoa, che nel 1979 sostituisce il classico Grifone giallo in campo rossoblu sormontato dalla croce di San Giorgio con la testa stilizzata di un Grifone rossa su corpo blu contenuta in un tondo bianco.
Un logo che lascia di stucco molti tifosi del Genoa ai quali non piace e che protestano inondando di telefonate l’allora Radio Liguria.
E tanti di loro, per sottolineare quanto è brutto, coniano per il nuovo logo quel soprannome ironico con cui è conosciuto ancora oggi : il gallinaccio. Perché questo sembra, a vederlo bene.
Ma il presidente Renzo Fossati, molto amico di quella della Roma Anzalone, ha deciso: la testa stilizzata del grifone sul modello del lupetto romanista sarà il nuovo logo del Genoa. Punto.
Il Genoa è in B e il “gallinaccio” non gli porta subito bene, visto che si piazza nono e resta nella serie cadetta.
Ma nella stagione seguente (1980-81) in panchina torna Gigi Simoni e con lui è subito promozione. Bella, insperata, quasi sorprendente, arrivata come terza classificata.
E anche se il logo classico è sempre il più amato, il “gallinaccio” comincia a piacere un po’ di più.
Con quest’ultimo sulle maglie il Genoa gioca i primi due dei successivi tre campionati di A consecutivi nei quali è protagonista: 1981-82, 1982-83 e 1983-84, al termine del quale retrocede.
Al “gallinaccio”, dunque, si legano una promozione e due storiche salvezze conquistate con le unghie e con i denti-
Sempre con il mito Simoni in panchina e con un gruppo di giocatori che è ancora nel cuore dei tifosi.
Il portiere Martina, capitan Onofri, Fiorini, Gorin, Testoni, Faccenda, Iachini, Briaschi e il belga Vandereycken., primo straniero dopo il ritorno in A e l’autarchia degli anni ’70. Tanto per citarne alcuni.
Forse per questo il “gallinaccio” è ancora amato da alcuni tifosi della Gradinata Nord, dove sventola sempre una bandiera bianca con questo al centro.
Proprio come lo vedete riprodotto sulla scatola del Genoa di Subbuteo della stagione 1981-82 della foto allegata all’articolo.
Il Subbuteo. Già. Un gioco che andava molto di moda in quegli anni ’70 e ’80.
Proprio come la rivoluzione e stilizzazione dei loghi. Alcuni molto ben riusciti, altri un po’ meno.
Ma tutti ancora amati soprattutto da quei tifosi che allora erano bambini o adolescenti e che oggi li sventolano orgogliosamente sulle loro bandiere.