Roma, 27 gennaio 2023 – La dimenticanza di un magazziniere ha trasformato in leggenda Perugia-Milan 1-1 di domenica 14 ottobre 1979.
È una storia ormai antica, che ci riporta allo Stadio “Renato Curi” e ad un incontro che era considerato “di cartello”, come si diceva allora.
Oggi diremmo “big match”, perché siamo diventati tutti più anglofoni, pur senza parlare e conoscere l’inglese. Ma fa moda e allora va bene così.
Nel campionato precedente il Milan e il Perugia erano state rivali nella corsa allo scudetto, che poi era stato vinto dai rossoneri perché i perugini, pur chiudendo il torneo da imbattuti, avevano pareggiato troppe partite.
Il Milan, dunque, arriva a Perugia con il tricolore sul petto dei campioni d’Italia in carica.
Ma non può esibirlo in faccia a coloro ai quali lo ha strappato perché il magazziniere predisposto si dimentica le maglie di riserva a casa.
E con quelle a righe rossonere abituali non può giocare, perché si confonderebbero con quelle rosse del Perugia.
Dunque, per consentire il regolare svolgimento della gara, sarà proprio il Perugia a prestare le sue terze divise da gioco al Milan, che giocherà con quelle.
In campo sembra di vedere il Perugia 1 contro il Perugia 2, visto che il Milan si veste di una maglia azzurra con Grifo bianco sul petto.
La partita finisce 1-1 con i gol di Paolo Rossi, che proprio quell’anno aveva lasciato l’amata Vicenza perché era stato preso dal Perugia e Carotti, che era subentrato a Bigon, infortunato.
Come si vede nella foto allegata, tratta dal Guerin Sportivo.
Il giorno dopo, sulla Gazzetta dello Sport, si legge che il vice allenatore del Milan Zoratti ha provato a giustificare la dimenticanza del magazziniere.
“Noi abbiamo ricevuto una circolare dalla Lega Calcio nella quale era scritto che il Perugia gioca abitualmente le sue partite con le maglie bianche bordate di rosso” dice Zoratti.
Sia come sia, la storia è diventata bella per l’aneddoto che vi abbiamo raccontato, altrimenti quel Perugia-Milan sarebbe stata archiviata come una partita delle tante.
E allora va bene così. Ma cosa accadrebbe nel calcio iper professionistico e nell’era dei leoni da tastiera che stiamo vivendo?
Non osiamo pensarlo, né provare a rispondere. Ma in quel calcio più semplice e in quei tempi più umani che siamo contenti di aver vissuto, tutto questo ci fece divertire molto.