Il nostro Carletto
Ricordo sincero di un allenatore e un uomo che non dimenticheremo mai: Carlo Mazzone.

Roma, 21 marzo 2025 – L’appena trascorso 19 marzo avrebbe compiuto 88 anni Carlo Mazzone, l’allenatore con più panchine di tutti in Serie A: 795.
In tanti lo hanno ricordato e celebrato, come merita. Ci accodiamo a loro, con due giorni di ritardo, forse perché, avendolo conosciuto ed avendo con lui un bellissimo rapporto, ci è piaciuto ricordarlo prima in privato e poi pubblicamente.
Per farlo abbiamo pensato di proporvi qualche riga del bellissimo libro biografico “Una vita in campo” che scisse insieme a Marco Franzelli e Donatella Scarnati per Unilibro nel 2010.
“Era la Roma del dopoguerra, c’era molta miseria in giro, si faceva fatica a tirare avanti. Ricordo mia nonna, si chiamava nonna Adalgisa, che non mi faceva mai mancare una pizzetta calda, puntuale tutti i giorni. Il patto era che in cambio io andassi a comperarle le sigarette dal tabaccaio. Nonna Adalgisa qualche volta mi portava anche una fettina di carne, ma di nascosto, arrivava insieme alle mie sorelle e diceva: “Questa è per Carlo, deve mangiare perché va a gioca’ a pallone”.
Dalla parrocchia passai nella squadra di Villa Pigna, un salto di qualità perché avevano il campo in terra battuta con le misure regolamentari.
Era poco distante da dove abitavo, c’andavo a piedi e per accorciare la strada attraversavo di corsa i binari della ferrovia. Con il Portuense feci il campionato del Centro Sportivo Italiano, c’erano sempre gli osservatori della Roma e fui convocato per un provino che andò bene, tanto che mi presero nella Roma C, la squadra della Lega Giovanile. Di quel tempo ricordo Del Moro, il mio primo mister giallorosso e Masetti, che mi allenava quando passai nella Roma A, sempre del campionato ragazzi. Giocavamo appena fuori città al “Gianni Sport” e in Via Sannio, a San Giovanni, in quello che era chiamato il “campo Roma”. Proprio nel quartiere dove tanti anni dopo sarebbe nato Francesco Totti.
La domenica i miei zii mi portavano allo stadio in tram. Prendevamo il 28, dalla Circonvallazione Gianicolense a Piazzale Flaminio. Poi si andava a piedi, con la bandiera sulle spalle.
Quando la Roma vinse un derby, con i miei amici verniciai di giallorosso la saracinesca di un meccanico del quartiere, tifosissimo della Lazio. Il giorno dopo, di fronte a quello sfregio, il meccanico perse il lume della ragione e cominciò a urlare: “’sti fiji de ‘na m…, se li pijo li ammazzo…”.”
Carlo Mazzone, un uomo, un allenatore che abbiamo avuto la fortuna di conoscere e che non dimenticheremo mai.