Racconti di sport

Il sogno spezzato del Genoa 1977-78

Dal primo posto all’incredibile retrocessione per differenza reti.

Roma, 29 marzo 2021 – Questa è la strana storia di un Genoa che passò dal primo posto alla retrocessione in B, ma solo per colpa della differenza reti.

E’ la storia del Genoa 1977-78, allenato da Gigi Simoni e guidato da una coppia di goleador niente male, composta dall’ancor giovane Pruzzo e dall’esperto Damiani.

Dai tifosi rossoblu il primo era stato soprannominato “O’Rey di Crocefieschi”.

“O’ Rey” in omaggio a Pelé (che era detto così) e perché Pruzzo segnava a raffica.

Con le sue reti, aveva regalato al Genoa la promozione in A nel 1975-76 e la salvezza nel torneo 1976-77, del quale era stato il vice-capocannoniere con 18 gol (3 in meno di Graziani, del Torino).

“Di Crocefieschi” perché così si chiama il paesino dell’entroterra genovese nel quale era nato l’1 aprile del 1955. Quasi 66 anni fa.

Oscar Damiani, vecchio bucaniere delle aree di rigore, era invece detto “flipper” per la sua abilità nello schizzare come un pallina tra le difese avversarie e nel prendere i rigori.

Insieme, in quel campionato, segnarono 16 gol, tra i quali quelli che dopo quattro giornate proiettarono il Genoa al primo posto della classifica con 6 punti (la vittoria ne valeva 2).

Primo posto solitario che arrivò anche per la sconfitta della Juve con la Lazio, che il Genoa aveva battuto 2-1 a Marassi alla prima giornata con l’autorete di Badiani e il rigore di Pruzzo.

Erano seguiti il 2-2 a S.Siro contro il Milan con doppietta di Damiani, il successo casalingo per 2-0 con il Perugia con doppietta di Pruzzo e il pari per 0-0 a Napoli che aveva isolato i liguri in testa.

La squadra era solida e ben allenata da Simoni, che in porta contava sul mago Girardi.

In difesa i mastini Silipo, Berni, Secondini e Ogliari erano egregiamente guidati da Onofri, che oggi sentite spesso come seconda voce nelle telecronache di Sky.

A centrocampo comandavano Arcoleo, Castronaro e Ghetti, che nei suoi unici due campionati con il Genoa, ha segnato in entrambi i 2-2 casalinghi con la Juve.

In attacco i succitati Pruzzo e Damiani e le riserve Urban e Basilico.

Ma quel primato non portò bene al Grifone, perché da lì cominciò il suo declino, che lo portò a chiudere il torneo al penultimo posto con 25 punti insieme a Foggia e Fiorentina.

In B retrocedevano le ultime tre e con il fanalino di coda Pescara ci finirono il Foggia e lo stesso Genoa, entrambe per la differenza reti peggiore di quella della Fiorentina.

Contro la quale, a Firenze, il Genoa giocò una drammatica, ultima, partita di campionato, nella quale doveva solo vincere per scavalcare i viola e salvarsi.

Invece finì 0-0, con i gigliati che festeggiarono la salvezza e i rossoblu che salutarono la Serie A dopo due sole stagioni dalla storica promozione del 1975.

Quella che era stata firmata anche da Pruzzo, che poi passò alla Roma per diventare per sempre “il bomber” del calcio italiano.

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