Roma, 28 gennaio 2025 – Mi ricordo di Vito Chimenti, che ci ha lasciato proprio due anni fa e della sua bicicletta.
Quel particolare giochetto con cui lui, piccolo e robusto, si alzava il pallone per saltare gli aitanti difensori che lo marcavano rigorosamente a uomo in un calcio che molto diverso da quello di oggi, tutto VAR e contatti fisici quasi annullati.
Quando giocava lui c’era la moviola, ma solo alla domenica sera e solo per il gusto di rivedere se un rigore o un fuorigioco fischiati al pomeriggio c’erano davvero oppure no.
Quando giocava lui i difensori ti menavano davvero, altroché se ti menavano e per fare l’attaccante dovevi essere scaltro, abile, furbo, rapido e in possesso di una gran tecnica.
Segnare una decina di gol nella nostra Serie A era proprio un’impresa e Vito ci riuscì solo nel campionato 1980-81, in cui ne fece nove con la Pistoiese, al suo primo e unico anno di A, visto che arrivò ultima.
Ma quelle nove reti certificarono la bravura di Chimenti come centravanti, forse pure troppo sottovalutato, perché a parte quella stagione di gloria giocò quasi sempre nei campionati minori e sempre in provincia.
Con squadre anche importanti, come il Catanzaro, l’Avellino, il Taranto e il Palermo, con cui “rischiò” di firmare un’impresa storica nella finale della Coppa Italia 1978-79.
La partita si giocava in gara unica allo Stadio San Paolo di Napoli (oggi Stadio Maradona) contro la grande Juventus e Chimenti segnò subito, già al 1’, il gol che portò in vantaggio i siciliani, che a quel tempo giocavano in Serie B.
L’1-0 firmato da Chimenti rimase inalterato addirittura fino all’83’, quando arrivò l’1-1 dello stopper juventino Sergio Brio, che quella sera era stato il suo marcatore fino a quando Vito era rimasto in campo.
Perché un infortunio al ginocchio in uno scontro con Cabrini lo aveva costretto ad uscire durante l’intervallo.
Chissà, se Chimenti fosse rimasto in campo forse il gol di Brio non sarebbe arrivato.
Perché magari non si sarebbe spinto così in avanti, visto che quello era ancora il calcio della marcatura a uomo, in cui lo stopper marcava il centravanti, il terzino destro la seconda punta, il mediano il n.10 e così via.
Nei supplementari, poi, Causio segnò il 2-1 con cui la Juve vinse la Coppa spezzando il sogno del Palermo e della Sicilia, che si era fermata davanti alla Tv sperando di vedere i suoi compiere l’impresa.
Quella Sicilia alla quale l’immediato gol di Chimenti aveva fatto sognare un finale diverso.
Vito Chimenti se ne è andato il 29 gennaio 2023 per colpa di un malore che lo ha colpito prima della gara di Eccellenza Pomarico-Real Senise. Aveva 69 anni.
Foto: areanapoli.it