Roma, 3 novembre 2023 – Coppa Italia 1996-97, il Vicenza di Guidolin è campione.
E questa è ancora oggi l’ultima vittoria di una squadra diversa dalle solite grandi del nostro calcio nella seconda competizione nazionale.
A dire il vero, dopo quel successo del Vicenza, arrivarono quelli del Parma nella Coppa Italia 1998-99 e 2001-02 e della Fiorentina nel 2000-01.
Ma a quei tempi queste due squadre erano considerate tra le grandi del calcio italiano.
Per questo possiamo dire che dal trionfo del Vicenza nel 1997 ad oggi la Coppa Italia è stata sempre vinta dalle blasonate del nostro calcio.
La Roma, la Lazio, il Milan, il Napoli, la Juventus e l’Inter, con queste due che hanno vinto 7 delle ultime 10 edizioni del torneo: 5 la Juve e 2 (le ultime) l’Inter.
Le edizioni nelle quali la formula ha sempre avvantaggiato le grandi, consentendo loro di giocare sempre in casa le partite secche, quelle da dentro o fuori.
Cosa che non accadeva quando fu il Vicenza a vincere la Coppa Italia.
Quella edizione 1996-97, infatti, prevedeva gare uniche ad eliminazione diretta nei primi tre turni sul campo della squadra più debole.
Solo per i quarti, le semifinali e la finale erano previste partite di andata e ritorno, mentre per il secondo e terzo turno, quando entravano le grandi, c’era la ripetizione della partita in caso di parità.
E la gara sarebbe stata rigiocata sul campo della squadra con il ranking migliore, con supplementari e rigori se la parità persisteva.
Il Vicenza entrò in gioco nel secondo turno (28 agosto 1996) e lo superò vincendo 2-1 in casa della Lucchese con le reti di Maurizio Rossi e Cornacchini.
Nel terzo (23 ottobre) pareggiò 1-1 in casa del Genoa, che sconfisse 1-0 nella ripetizione della partita (6 novembre) a Vicenza con un gol ancora di Cornacchini.
I quarti li superò grazie ad un doppio pareggio col Milan: 1-1 a Milano (12 novembre), dove passò in vantaggio con la rete di Ambrosetti e poi subì il pareggio del vicentino, in rossonero, Roberto Baggio
Eroico 0-0 a Vicenza il 27 novembre per sfruttare la regola che prevedeva il valore doppio dei gol segnati in trasferta in caso di parità di marcature tra le due squadre.
Nelle semifinali doppio impegno con il Bologna, battuto 1-0 (6 febbraio) nella gara di andata a Vicenza con un gol di Murgita e inchiodato sull’1-1 in Emilia (25 febbraio) in quella di ritorno grazie ancora a Cornacchini.
Nella doppia finale dell’8 e del 29 maggio l’avversario è il Napoli, che vince 1-0 la gara di andata in Campania con un gol di Pecchia.
In quella di ritorno a Vicenza i biancorossi pareggiano i conti con Maini al 21° e l’1-0 resta inchiodato fino al 90°.
I supplementari hanno un epilogo da sogno per il Vicenza, che segna il 2-0 a due minuti dalla fine (118°) con Rossi, un cognome che da queste parti si lega sempre alla storia della squadra.
E al 120°, proprio allo scadere, arriva anche il 3-0 con Iannuzzi, che era subentrato al 18° a Gentilini. Poi sono solo Coppa al cielo, trionfo, festa e bevute.
Sono queste le storie che la Coppa Italia deve tornare a regalarci per dirsi veramente una manifestazione a carattere nazionale e non una competizione riservata alle solite big.