Roma, 4 giugno 2023 – I settant’anni da poco compiuti della Madonnina dorata di Monte Mario, a Roma, ci riportano ad un tempo lontano, ormai quasi antico.
Perché da lassù, dal Monte che sovrasta lo Stadio Olimpico, dagli anni ’50 alla fine degli ’80, si scorgevano le partite che venivano giocate sul suo prato.
Scriviamo “si scorgevano” perché da la sopra, ben muniti di binocolo, si vedeva solo una parte del terreno di gioco e la porta verso la curva sud, non quella sotto la curva nord.
Dunque le azioni che si svolgevano nelle zone non visibili del campo erano solo immaginate da quegli spettatori improvvisati, saliti sul Monte soprattutto perché non avevano troppi soldi da spendere.
E lassù, appollaiati sopra i rami degli alberi più alti o piazzati ai piedi della Madonnina dorata, vivevano tutti insieme le emozioni della partita pur senza quasi vederla.
Dovevano accontentarsi di sbirciarla, quasi di immaginarla, aiutati dalle cronache radiofoniche, ma solo dei secondi tempi.
Perché allora i primi tempi non venivano trasmessi neanche alla radio.
Quanta diversità dal calcio teletrasmesso, inflazionato e trasformato in spettacolo televisivo dei giorni nostri.
In quegli anni, poi, c’era solo Radio Rai, almeno fino all’avvento delle private all’inizio degli ’80.
E questa ascoltavano i tifosi saliti fin sotto la Madonnina dorata di Monte Mario.
Alla quale ne hanno rivolte di preghiere per le sorti della loro squadra…
Lei che era sopra le teste di tutti questi spettatori non paganti per motivi di forza maggiore e, a volte, anche di abitudine e complicità con gli altri.
Visto che a sbirciare le partite da la sopra, alla fine, erano quasi sempre gli stessi e tra alcuni di loro sono anche nate amicizie durature nel tempo.
Cara Madonnina dorata, quante parolacce e bestemmie avrai dovuto ascoltare fino al rifacimento dello Stadio Olimpico per i Mondiali del ’90.
Quando quella copertura che gli è stata posta sopra ha definitivamente fatto tramontare questa usanza antica e anche pericolosa, visti i tanti tifosi che erano seduti sugli alberi.
Perché la costruzione del tetto ha impedito la visuale anche di quella piccola parte del terreno che si sbirciava da lassù.
Rendendo inutile la salita sul Monte, fin sotto la Madonnina dorata.
Ma oggi, quando si va allo stadio dal lato del Tevere, è bello alzare ogni tanto gli occhi per contemplare quella statua dorata che lo sovrasta da dietro la Tribuna Monte Mario.
Soprattutto quando il sole la illumina al tramonto trasformandola quasi un faro che illumina le nostre vite per indicarci la strada.
E ripensare a quei tempi lontani, ormai quasi antichi, in cui eravamo tutti più semplici, giovani e genuini.