Roma, 28 ottobre 2023.
Il 28 ottobre 1973, cinquant’anni fa, è una bella giornata di sole a Roma come solo le famose ottobrate riescono ad essere nella Capitale.
L’attenzione calcistica è rivolta alla terza giornata d’andata, con le romane protagoniste per Roma-Milan all’Olimpico e Juventus-Lazio al comunale di Torino.
E’ una serie A importante e molto attesa quella del torneo ‘73/’74, in virtù di come si è chiuso il precedente campionato e in attesa della partecipazione della nostra Nazionale ai mondiali di giugno 1974 in Germania.
La stagione ‘72/’73 ha vissuto un finale “alla Hitchcock”, con la Juventus che vince lo scudetto a tre minuti dalla fine superando il favorito Milan e la sorpresa Lazio in una volata a tre.
Proprio da questi presupposti il nuovo campionato parte con le solite tre grandi del nord favorite e in aggiunta l’eventuale conferma della Lazio di Maestrelli.
Anche la Roma, dopo i patimenti dell’anno precedente, si presenta col grande colpo estivo dell’acquisto di Pierino Prati, dal Milan, a sostegno di ritrovate ambizioni.
Quindi la giornata si presenta con le due partitissime e personalmente mi trovo all’Olimpico in curva Nord, in mezzo ai tifosi del Milan, insieme ad un mio carissimo amico sostenitore milanista.
A dire il vero dovevo andare a Torino, al seguito della mia Lazio, ma all’ultimo momento il progetto saltò.
La mia passione per il calcio più volte mi ha portato a seguire partite che non riguardassero la Lazio e Roma-Milan era molto accattivante.
La trasferta contro la Juve cade appena tre giorni dopo una batosta terribile subita dalla Lazio in Coppa Uefa, ad Ipswich, per 4-0, con 4 reti di un certo Whimark.
Il carneade inglese sparì successivamente dai radar (la storia biancoceleste ne è piena di questi aneddoti…) e fu oggetto di una targa ricordo, per la quaterna alla Lazio, dai cuginetti romanisti.
A Roma la sportività è sempre stata di casa…
All’epoca la trasmissione “Tutto il calcio minuto per minuto” apriva i collegamenti alla fine del primo tempo e potete immaginare la mia ansia nel sapere cosa stesse facendo la mia squadra.
All’Olimpico il Milan stava vincendo per 1-2 contro una buona Roma, con il temuto ex Prati reso innocuo dalle ferree marcature milaniste.
Appena accesi i collegamenti la voce inconfondibile di Enrico Ameri così recita: <Juventus zero, Lazio 1. Ha segnato Chinaglia>.
Il mio cuore è in tumulto e condivido col mio amico milanista la medesima gioia, con l’aggiunta per me della segreta speranza di battere i Campioni d’Italia, in casa loro, con una prodezza del mio idolo Giorgione.
Si, perché poi in serata nel vedere le immagini “Long John” fa un goal di una bellezza abbagliante, evitando l’arcigna marcatura dello stopper Morini e trafiggendo Zoff con una staffilata sul secondo palo.
Chinaglia, fischiatissimo dagli juventini, è autore di una grande gara e combatte come un leone ma non è sufficiente; la rimonta bianconera ribalta il risultato nella ripresa per il 3-1 finale.
La prova e la rete di Giorgione, su un campo tradizionalmente ostico ed al cospetto dei Campioni uscenti, sono propedeutici per il pronunciamento ed il conseguimento della parola magica: Scudetto!
Più in generale qualche nostalgico associa il 28 ottobre con la marcia su Roma, per me, più prosaicamente, è la data spartiacque che la mia Lazio ce la può fare a coronare il sogno tricolore.
Sotto il segno di Giorgio Chinaglia…
A proposito cinquant’anni fa il mio amico uscì vincitore con il suo Milan, che vinse sulla Roma per 1-2, ma per lo scudetto rossonero se ne riparlò sei anni dopo.