Racconti di sport. All’ombra della Lanterna
Centoventitre anni fa nasceva il Genoa e con lui tutto il calcio italiano.
Roma, 6 settembre – All’alba del ‘900 il Genoa dominava quello sport che il mondo chiamava “football” e che, poi, noi italiani avremmo ribattezzato “calcio”.
I rossoblu avevano vinto sei dei primi sette campionati e nessuno sembrava in grado di fermarli, tanto che fino al torneo 1924-25 misero insieme ben nove scudetti, arrivando ad un passo da quel decimo che, in seguito, la Juve avrebbe celebrato per prima cucendosi la stella sul petto. E a pensarci bene proprio il Genoa Crickett and Football Club è la vera squadra leggendaria del calcio italiano, perché è grazie ad esso che tutto è nato qui da noi.
Il Genoa, infatti, è la società di calcio più antica d’Italia, essendo stata fondata, domani 7 settembre, nel 1893 (123 anni fa), nel consolato britannico di Via Palestro 10, interno 4 (in pieno centro città) da un gruppo di sudditi di Sua Maestà che vivevano nel capoluogo ligure per motivi di lavoro: Charles De Grave Sells, S. Green, George Blake, W. Rilley, George Dormer Fawcus, H.M. Sandys, E. De Thierry, Johnathan Summerhill sr. e Johnathan Summerhill jr. e soprattutto Charles Alfred Payton, baronetto dell’Impero Britannico e Console Generale della Regina Vittoria d’Inghilterra a Genova. Nomi che poi sono entrati a far parte della leggenda non solo per i tifosi genoani, ma per l’intero calcio italiano, visto che, proprio dalla loro volontà di rendere ufficiale un circolo che in città svolgeva attività sportive da più di un anno, nacque la prima squadra nazionale di football.
Il primo presidente del Genoa Cricket and Athletic Club fu Charles De Grave Sells e come terreno da gioco fu adottato quello in uso fino ad allora, ovvero la Piazza d’Armi del Campasso, a Sampierdarena, a quei tempi nota come la “Manchester d’Italia” per via del suo forte tessuto industriale. Poi il Genoa si trasferirà al Campo di Ponte Carrega, dove vincerà quattro scudetti. Secondo gli usi e costumi inglesi le partite venivano giocate di sabato e oggi il documento ufficiale di costituzione del “Genoa Cricket and Athletic Club” è esposto nel Museo della storia del Genoa insieme ad altri documenti ufficiali, cimeli, magliette e al pallone originale della finale del primo campionato italiano. Anche se il Genoa nasce come un vero e proprio club di stampo inglese tanto che, fino al 1897, resta addirittura chiuso ai soci italiani.
Il calcio entra nella sua storia solo tre anni dopo la sua fondazione, nel 1896, introdotto da James Richardson Spensley, un medico-chirurgo arrivato in città con l’incarico di curare i marinai inglesi delle molte navi che approdavano nel porto. A lui si deve anche il cambiamento dello statuto del club nella norma in cui vietava l’ingresso a soci italiani, che dunque furono ammessi a partire dal 10 aprile 1897.
E su Spensley bisogna soffermarsi, perché fu davvero un personaggio speciale. Nel Genoa gioca da portiere diventando il primo giocatore straniero del ruolo nel calcio italiano, ma se serve fa anche l’allenatore, il medico sociale e lo scout per scoprire nuovi talenti da portare in rossoblu. Con il Genoa vince i primi sei scudetti per poi morire al fronte durante la Prima Guerra Mondiale, colpito da una pallottola mentre sta cercando di soccorrere un suo commilitone ferito. Se non è una leggenda un personaggio così…
Proprio come il Genoa, che è stata anche la prima squadra a cucirsi lo scudetto sul petto in segno di conquista del campionato (nel 1924, quando lo scudo era quello sabaudo e non il tricolore che vediamo oggi) e la prima squadra italiana capace di battere il Liverpool a casa sua, sul terreno del mitico Anfield Road. Là dove i sostenitori dei Reds cantano quel “You’ll Never Walk Alone” che ormai viene suonato sempre anche a Marassi al momento dell’ingresso in campo dei rossoblu.
Perché le leggende non camminano mai da sole.