Roma, 16 dicembre 2016 – Nel campionato italiano Simone Inzaghi e Sinisa Mihajlovic sono gli allenatori rivelazione, guidano rispettivamente Lazio e Torino esprimendo un bel gioco e valorizzando molti giovani che stanno portando le due compagini a giocarsi un posto in Europa.
In Spagna il Cholo Simeone è dal 2011 sulla cresta dell’onda con l’Atletico Madrid, con il quale è riuscito a spezzare nel 2013 il duopolio del Barcelona e dei cugini del Real Madrid che durava da 10 anni esatti, dall’ultimo successo del Valencia di Rafa Benitez.
Questi tre allenatori sono accumunati dalla bella dose di carattere e attributi che hanno dovuto impiegare per imporsi nelle attuali rispettive squadre. Qualità, questa, che non faceva difetto all’ultima Lazio Campione d’Italia di Sven Goran Eriksson, nella quale tutti e tre militavano. Non sono però i soli di quella fortissima squadra ad aver intrapreso la carriera di mister.
Impossibile infatti dimenticare Roberto Mancini che ha contribuito in maniera decisiva a gettare le basi dell’Inter del triplete, per non parlare poi di Matias Almeyda attuale tecnico del Chivas in Messico o di Sergio Conceiçao, allenatore del Nantes nella Ligue1 francese.
Il fatto che quasi tutti i componenti di quella fantastica squadra siano rimasti nel mondo del calcio con ruoli di spicco anche manageriali (il ceco Nedved è vicepresidente della Juventus e l’argentino Veron è Presidente dell’Independiente) è segno evidente della forte personalità che contraddistingueva quel gruppo capace di rimontare nove punti alla Vecchia Signora nelle ultime nove giornate di campionato.
A distanza di tanti anni non si può che rendere merito al Presidente Cragnotti per aver visto giusto nel creare prima che una squadra di grandi giocatori, una squadra di grandi uomini che hanno continuato a dettare legge nei campi di calcio anche dopo aver attaccato gli scarpini al chiodo.