Racconti di sport

L’uomo nell’ombra

Il 10 agosto 1980 arriva in Italia Luis Silvio, ma nessuno se ne accorge …

Roma, 31 maggio – Mi sono trovato nel settore arrivi dell’aeroporto di Roma-Fiumicino e la mente è andata subito al 10 agosto del 1980.

Una data iconica per la storia della Roma, perché quel giorno eravamo lì in migliaia ad accogliere un brasiliano del quale conoscevamo poco, ma che era già un nostro idolo: Paulo Roberto Falcao.

Le frontiere del calcio italiano erano state riaperte proprio quell’estate e l’Ingegner Viola e Nils Liedholm, dopo aver rincorso il ben più celebre Zico, avevano scelto proprio lui come primo straniero in giallorosso dopo quella quindicina d’anni di autarchia.

Ma con lo stesso volo di Falcao era arrivato in Italia un altro calciatore brasiliano, ancor meno famoso, acquistato dalla Pistoiese, che proprio in quella stagione era stata promossa in Serie A.

L’uomo rimasto nell’ombra per “colpa” di Falcao era Luis Silvio Danuello e a Fiumicino, ad attenderlo, c’era solo l’autista del club toscano, pronto a portarlo a Pistoia,.

In quel momento nessuno poteva pensare che Luis Silvio sarebbe passato alla storia come una delle più grosse bufale del nostro calcio.

Perché in Brasile aveva fatto anche bene, ma nel suo vero ruolo di ala destra, che era ben diverso da quello di centravanti, per il quale, invece, era stato preso.

“Eu sou ponta direita” aveva detto Luis Silvio agli emissari della Pistoiese in Brasile e loro, che non masticavano il portoghese, avevano capito che era una “punta diretta”. Un centravanti, insomma.

Ma “ponta direita” in portoghese significa ala destra, mentre centravanti si dice “ponta de lança” e anche per colpa di questo equivoco linguistico la carriera italiana di Luis Silvio fu un disastro.

A differenza di quella splendente e vincente che ebbe, invece, Falcao nella Roma.

A Pistoia, dunque, non ebbero il centravanti che sognavano e così Luis Silvio giocò solo le prime 6 partite di campionato, 5 da titolare e 1 da subentrato, che finirono con 5 sconfitte e un pari, con l’Udinese.

Poi fu retrocesso in panchina e il campo lo rivide solo a Perugia il 29 marzo, quando subentrò ad Agostinelli.

Nel nostro calcio passò senza lasciare traccia di se, né in fatto di gol, né in quanto ad assist, proprio come aveva fatto nel giorno del suo arrivo a Fiumicino.

Un vero e proprio uomo nell’ombra, sia quel 10 agosto dell’80, in cui fu oscurato in tutto e per tutto da Falcao, sia nel corso del campionato, l’unico in Serie A della Pistoiese in tutta la sua storia.

Nel quale Luis Silvio pagò anche il suo fisico esile e l’equivoco tattico-linguistico di cui abbiamo scritto.

A fine stagione se ne tornò in Brasile e a 27 anni smise di giocare a calcio per dedicarsi al commercio.

Foto: blastingnews

 

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