Roma, 30 ottobre – Auguri Diego. Cinquantacinque anni è un’età che comincia ad essere ragguardevole. Cinquantacinque anni nei quali hai fatto parlare molto di te. Prima in campo, quando era il calciatore sublime che molti considerano ancora oggi il migliore di ogni tempo, tanto riuscivi a vincere le partite da solo anche se qualche volta ti allenavi poco, prerogativa solo dei grandi campioni. Poi fuori dal campo, da personaggio pubblico spesso discutibile per la vita privata e gli atteggiamenti a volte arroganti, altre strafottenti e sprezzanti. Una condotta di vita che ti ha anche causato tutti i guai che sappiamo e che ti ha perfino fatto rischiare di lasciarci troppo presto, ma dalla quale sei sempre riuscito a rinascere. Lifting compresi. A noi, però, oggi, nel giorno del tuo compleanno, piace ricordare il campione che eri in campo. Quello che ci ha deliziato con le sue memorabili giocate negli anni belli della nostra gioventù, regalandoci magie e perle di felicità in quegli anni ’80 che coincisero con il periodo duro e ansiogeno degli esami di maturità. Quelli dell’86, per la precisione, cantati anche da Venditti, che come noi non è tifoso del Napoli, ma che di fronte alle tue magie si toglieva comunque il cappello.