Racconti di sport: “Il Ministro della Difesa”
Roma, 19 marzo – Ci sono a volte delle locuzioni, delle terminologie, dei titoli che rimangono maggiormente impressi rispetto ad altri.
A livello parlamentare fa più effetto Ministro della Difesa rispetto a Ministro delle Partecipazioni Statali o Ministro dei Lavori Pubblici, come nel calcio è più scenico, più d’impatto il goleador rispetto al difensore.
Ci sono però delle eccezioni, come Alessandro Nesta che oggi compie 40 anni ed è stato, unanimemente, uno dei difensori più forti del calcio italiano ed internazionale.
Alla Lazio, squadra dove è cresciuto e dove ha vissuto la prima parte della carriera, era “il Ministro della Difesa” dal 1994 al 2002 anno in cui è approdato al Milan.
La parabola di Nesta è stata sempre dettata da una crescita esponenziale, nel senso che da ragazzino, a differenza di altri, non sembrava essere un predestinato ma ha avuto sin dagli esordi un continuo migliorarsi fino a raggiungere prestazioni elevatissime, come detto, a livello sia nazionale che internazionale.
Del resto non si superano le 400 presenze in serie A se non si è di spessore, arricchite anche da 78 presenze con la maglia azzurra.
Il personaggio Nesta è stato quanto di più schivo e tranquillo si potesse immaginare, un vero professionista aiutato da una solida educazione familiare dove mai è debordato verso il facile successo, le luci della ribalta e quant’altro.
Capitano biancoceleste a soli 22 anni, frutto di una “credibilità” tecnica e morale, mai sopra le righe, ha conseguito con la Lazio i trofei più importanti nell’era più opulenta della storia laziale e dal 2002 ha proseguito il suo splendido percorso con dieci anni di Milan con le vittorie di 2 Scudetti, 2 Champions, 2 Supercoppe Europee, 1 Mondiale per club, 1 Coppa Italia oltre naturalmente alla Coppa del Mondo nel 2006 con l’Italia.
Incontrai Nesta nel ’95 ad una ricorrenza del mondo Lazio ed era già in prima squadra con l’allora allenatore Zeman e mi colpì, oltre alla prestanza fisica, l’estrema semplicità del ragazzo che sembrava a disagio, impaurito del clamore e dell’affetto dei tifosi.
A questo proposito ricordo la compostezza e la signorilità di Alessandro la prima volta che tornò all’Olimpico contro la Lazio appena pochi giorni dopo l’inopinata cessione al Milan; fu oggetto di un vergognoso lancio di oggetti dalla tribuna Tevere ( ! ) da parte dei suoi vecchi tifosi che gli rimproverarono la sua partenza, peraltro non voluta dallo stesso, che il tempo certificò avvenuta per motivi di riassetto del bilancio laziale.
Oggi il nostro “Ministro” vive a Miami, dove sta cominciando una nuova esperienza come allenatore nella Lega americana, lontano da riflettori più accecanti come il nostro Paese.
Una scelta di un uomo, insieme alla sua famiglia, che dopo l’esperienza in Canada ha voluto allargare il suo bagaglio culturale non rimanendo confinato alle seppur nobili origini del semplice ragazzo di estrazione sabina.