Obdulio

Obdulio Varela, leader dell’Uruguay Campione nel 1950 e leggenda del calcio.

Roma, 4 agosto – Obdulio. Che nome è Obdulio? Strano, certo. Ma famosissimo, almeno nel mondo del calcio e, soprattutto, in Uruguay.

Perché è il nome del capitano e leader assoluto dell’Uruguay Campione del Mondo in Brasile nel 1950: Obdulio Varela, soprannominato anche “el Negro Jefe” (il capo nero).

Un torneo, quello, che è passato alla storia per il “Maracanazo”, ovvero per quella vittoria inattesa dell’Uruguay al Maracanà di Rio de Janeiro contro i padroni di casa del Brasile nella partita divenuta decisiva per l’assegnazione del titolo, che tutti pensavano sarebbe andato al Brasile padrone di casa.

Narra la leggenda che, prima di quella partita, i camerieri brasiliani dell’hotel di Rio de Janeiro in cui soggiornava l’Uruguay non facevano altro che fare il quattro con le dita delle mani ai giocatori uruguagi per indicargli quanti gol gli avrebbero segnato i loro idoli.

E che un dirigente uruguaiano avrebbe detto ai suoi di giocarsela con onore, che sarebbe stato salvo anche se avessero perso 3-0, facendo infuriare proprio Obdulio, che gli avrebbe fatto notare che onore era vincere il titolo, non perdere 3-0 la partita.

Un altro aneddoto è legato a quello che Obdulio fece in campo dopo il gol del momentaneo 1-0 del Brasile segnato da Friaça all’inizio del secondo tempo.

Tra il tripudio generale dei centomila e più del Maracanà Obdulio raccolse il pallone nella propria porta, se lo mise sottobraccio e tornò con passo lento e tranquillo verso il centro del campo, come se nulla fosse accaduto.

Una “passeggiata” con cui fece sbollire la rabbia dei suoi e allentare la tensione della squadra, dimostrando ai brasiliani che gli uruguaiani non si erano fatti per niente intimidire e demoralizzare dalla rete appena subita.

Come poi dimostrò il proseguimento del match, nel quale al 66° Schiaffino segnò l’1-1 e al 79° Ghiggia fece il 2-1 che regalò la Coppa all’Uruguay.

Una rete, quest’ultima, che trafisse il cuore dei brasiliani, in campo, sugli spalti e fuori dallo stadio, tanto che, narra sempre la leggenda, furono in molti a suicidarsi per quella sconfitta così inattesa.

Pesante al punto di diventare tragedia e di indurre la Federcalcio brasiliana a cambiare addirittura il colore della maglia della propria nazionale, che fino ad allora era stata bianca.

Per scegliere la nuova fu indetto un concorso pubblico, dal quale uscì il completo da gioco che tutti conosciamo: maglia gialla, pantaloncini azzurri e calzettoni bianchi.

Da allora Obdulio, in Uruguay, è diventato un nome famosissimo, come lui, al punto che il 20 settembre 2017, nel centenario della nascita, in suo onore, fu anche stampato un francobollo che lo ritraeva con la maglia della “Celeste”.

Obdulio: il nome della leggenda!

Foto: hipstamp.com 

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