Racconti di sport

Orlando o Andy Luotto?

Tiro forte, un’età indecifrabile e la morte misteriosa. Orlando, il secondo straniero dell’Udinese.

Roma, 27 gennaio 2025 – Nell’estate del 1981 a Udine arriva un calciatore brasiliano che somiglia ad un attore che Renzo Arbore ha portato al successo: André Paul Luotto, per tutti semplicemente Andy Luotto.

Anche lui era arrivato in Italia dall’America, ma da quella del nord e la trasmissione che lo aveva lanciato era stata “L’altra domenica”, che andava in onda nel 1976 su Raidue.

Ovviamente, visto il titolo, tutte le domeniche, perché era la risposta sbarazzina con cui la seconda rete mirava a togliere gli spettatori più giovani alla istituzionale “Domenica In” di Raiuno.

A quei tempi i canali della televisione, ancora in bianco e nero, erano solo due e la concorrenza era tutta interna alla Tv di stato.

Arbore aveva scoperto Luotto in un mercatino rionale e lo aveva ingaggiato per fargli interpretare lo strano personaggio di uno sketch molto particolare e simpatico del suo programma.

Il calciatore brasiliano che arriva a Udine nel calciomercato del 1981, invece, si chiamava Orlando Pereira.

Era il secondo straniero dell’Udinese dopo la riapertura delle frontiere calcistiche nel 1980 dopo il tedesco Herbert Neumann, ingaggiato l’estate precedente e poi ceduto al Bologna per fargli posto, perché il regolamento di quel periodo concedeva un solo straniero per squadra.

Visti quanti ce ne sono oggi, al punto che la stessa Udinese è più composta da calciatori stranieri che italiani, da allora sembra passato un secolo, invece sono solo 44 anni!

Orlando di ruolo faceva il libero e a Udine si presentò subito bene, perché all’esordio in Coppa Italia segnò un gran gol su punizione proprio al Bologna di Neumann.

Sul passaporto c’era scritto che era nato il 22 gennaio del 1949, ma a guardarlo sembrava dimostrare molti più anni dei 31 che avrebbe dovuto avere quando l’Udinese lo aveva acquistato dal Vasco da Gama, la mitica squadra di Rio de Janeiro.

Sia come sia i tifosi friulani non stettero troppo a sottilizzare, perché il suo rendimento in campo fu discreto, tendente al buono. E poi quel tiro, forte e preciso, degno di un attaccante più che di un difensore.

Perciò si limitarono ad ironizzare sulla sua forte somiglianza con Andy Luotto, come fecero un po’ tutti.

Insieme a Causio, arrivato in Friuli con lui in quella stagione 1980-81, portò la squadra a conquistare una comoda salvezza e la simpatia generale.

Quest’ultima dovuta anche a quella innovativa maglia stile Ajax e la Z rossa della Zanussi del patron Mazza sul petto, con cui l’Udinese sostituì le tradizionali casacche a strisce verticali bianconere.

Simpatia per quella squadra che, in Friuli, è rimasta intatta nel tempo come quella per Orlando, che dopo quell’unica stagione in Italia chiuse la carriera di calciatore.

Tornato in Brasile si mise a fare l’allenatore, ma senza grande successo.

Un destino infame se lo è portato via nel settembre del 1999, per i postumi di un incidente avvenuto in circostanze misteriose, sulle quali ancora non è stata fatta pienamente chiarezza.

Aveva solo cinquant’anni. Almeno stando a quello che c’era scritto sul passaporto.

Foto: wikipedia

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