Roma, 9 giugno – Tutti sanno che l’età (quando avanza) fa fare cose strane. Non rammento ciò che ho mangiato ieri sera. Ma ricordo questa squadra: Piloni, Mosti, Mancin, De Biasi, Andreuzza, Galbiati, Ferro, Repetto, Orazi, Zucchini, Grop.
Direte: cos’ha di particolare? E’ la formazione con cui il Pescara affrontò la Lazio in casa il 3 marzo del 1978, nel suo primo campionato in A (1977-78). Quello nel quale anche io andai per la prima volta in uno stadio di calcio: per l’appunto, l’Adriatico di Pescara.
A quel tempo il mio compianto zio Rolando, cugino della moglie dell’allora Presidente nonché abbonato vip, decise che era giunto il momento di tenermi a battesimo (calcisticamente parlando) e mi portò con se a vedere la partita. Avevo 11 anni. A quell’età tutto ti sembra più grande di ciò che è in realtà e lo stadio Adriatico a me sembrò il Maracanà. In particolare, mi colpì il fatto che, metaforicamente (ma anche no), se avessi allungato le braccia avrei potuto afferrare i giocatori. Da quel momento i miei idoli smettevano di essere figurine su un album. Fu un’emozione enorme.
Non mi dilungherò coi “personalismi”. Dirò che la formazione era quella su descritta perché dall’undici abituale con cui si schieravano gli abruzzesi, quel giorno mancavano il terzino destro Motta, l’ala destra Cinquetti e il fantasista Nobili. Motivo per il quale vedemmo in squadra due giovani di belle speranze come il centrocampista De Biasi (oggi Ct dell’Albania, che ha miracolosamente portato agli Europei) e l’esordiente Paolo Ferro, che segnò il gol della vittoria degli abruzzesi per 1-0 scrivendo una pagina epica della storia del Pescara Calcio ed anche della sua personale, in quanto fu quello il suo unico centro in serie A. Sarebbe interessante oggi chiedergli cosa provò allora. Posto che, tra l’altro, la rete fu siglata contro gli odiati Laziali. Ostilità che, a distanza di decenni, si è fortunatamente diluita. Dovuta a episodi verificatisi trent’anni fa e la cui matrice, come sappiamo, nulla aveva a che fare con lo Sport.
Quindi, cari tifosi pescaresi, non facciamoci prendere in giro da chi negasse tale verità. Si tratta di persone in malafede, che perseguono laidi obiettivi. Ogni persona di buon senso sa che è ingiusto criminalizzare un’intera categoria per colpa di poche mele marce.
Lo Sport è altro e non abbiamo tempo da perdere con persone vili e disoneste.
Io amo Pescara per tanti motivi. Pescara è la mia casa e la mia famiglia e per questo oggi voglio celebrare con queste righe il ritorno in Serie A della squadra guidata da Oddo, in panchina e dal capocannoniere della B 2015-16 Lapadula, in campo.
Dimenticavo, sono un tifoso della Lazio!