Racconti di sport – Atletica leggera – Omaggio a Pietro Mennea?
Riflessioni a caldo sulla fiction RAI dedicata alla Freccia di Barletta.
Roma, 30 marzo – Rispettosi del lavoro altrui, ma consci del dovere dell’obiettività, vogliamo oggi riportare, alla nostra maniera, un racconto di sport.
RAI Uno, dopo una intensa campagna di presentazione, ha messo in onda ieri e oggi, in due puntate la fiction diretta da Ricky Tognazzi dedicata a Pietro Mennea, figura leggendaria dell’atletica leggera italiana.
Nonostante un regista che in passato ha saputo dar buona prova di sé, e l’azzeccata scelta di Michele Riondino (tra l’altro anche lui pugliese, seppur tarantino) nel ruolo del protagonista, il prodotto è nettamente deludente.
Fra le pecche, citiamo lo stile retorico e scontato dei dialoghi, la ingiusta ricostruzione macchiettistica dei genitori di Pietro, Vincenzina e Salvatore (i pur bravi Lunetta Savino, che risulta un clone della sua tata Cettina di “Un medico in famiglia”, e Nicola Rignanese, purtroppo impossibile da distinguere da Pino, il braccio destro di Cetto Laqualunque), il professor Carlo Vittori, interpretato da Luca Barbareschi, perennemente avvolto dalla nuvola di fumo delle sue sigarette.
Non sappiamo cosa avrebbe pensato Pietro di questo omaggio postumo; avendo avuto però la possibilità di ammirarne le gesta da suoi giovani tifosi, nell’epoca tra l’infanzia e l’adolescenza, siamo però convinti che avrebbe meritato di meglio, il nostro Re della “Regina degli sport”.
Ed è emblematico che di questa fiction, l’unica cosa a restar memorabile è l’epilogo, con la conquista della medaglia d’oro nei 200 m. alle Olimpiadi di Mosca del 1980: purtroppo per gli autori, ad emozionarci sono state le immagini del vero Pietro, degnamente accompagnate dalla voce profonda e dalle parole competenti di un’altra icona dello sport italiano, Paolo Rosi.