Pietro Mennea: La freccia del sud.

Ricordo del primato mondiale sui 200 metri piani del barlettano a Città del Messico.

Roma, 12 settembre 2024.

 

Proprio in chiusura di giornata, intorno alle 23,30 del 12 settembre del 1979, quarantacinque anni fa, lo sport italiano celebra uno dei momenti più alti della sua storia.

Pietro Paolo Mennea, barlettano purosangue, stabilisce il record mondiale sui 200 metri piani di atletica leggera con il tempo di 19’’72.

A dire il vero il primato del mondo si verifica otto ore prima, verso le 15,30, per via del fuso orario con Città del Messico, Stadio Universitario, teatro dell’evento.

L’evento sono le Universiadi gli avversari sono di livello secondario ma Mennea corre per se stesso, una sorta di cronometro individuale per rapportarla al ciclismo.

L’occasione è data anche dalla locazione, l’altitudine di circa 2.500 metri della capitale messicana favorisce una minor resistenza ai corpi in movimento, consentendo prestazioni superiori a parità di sforzo prestato.

Una manifestazione certo non paragonabile ai campionati continentali, per non parlare delle Olimpiadi, che si disputa in finale di stagione con l’attenzione già rivolta ai Giochi dell’anno successivo a Mosca.

Poca gente nell’impianto messicano e ancor meno addetti ai lavori della comunicazione, dove spicca la presenza del giornalista Rai Gianni Minà in Messico quasi a titolo personale.

Mennea compie il suo capolavoro volando a quasi 37 km/h, con punte vicino ai 40 km/h, facendo rimanere attonito il suo mentore, il prof. Carlo Vittori, appena visualizzato il tempo sul tabellone dello stadio.

Mennea corona un sogno cullato in un’afosa sera d’estate del 1968 quando, appena sedicenne, vede il suo idolo Tommie Smith trionfare nei Giochi Olimpici messicani con il record del mondo di 19’’83, sempre sui 200 metri.

Smith, oltre che per il primato mondiale, viene maggiormente ricordato per la protesta inscenata al momento della premiazione quando alza il pugno guantato, insieme al suo compagno John Carlos terzo classificato, per protestare contro le discriminazioni verso uomini e donne dalla pelle nera.

Tornando a Mennea, già da tempo etichettato come Freccia del Sud, corona a 27 anni un sogno ottenuto a prezzo di sacrifici enormi.

La sua conformazione fisica è di un ragazzo normale, niente a che vedere con gli ipermuscolati che in qualche circostanza tradiscono scorciatoie discutibili per arrivare a determinati risultati.

Mennea ha una determinazione fuori dal comune che smentisce gli stereotipi più comuni sull’indolenza dei ragazzi del sud, ammantati spesso di un esagerato vittimismo.

Il sodalizio con il professor Vittori è fatto di allenamenti innovativi e massacranti a cui si sottopone Mennea, una cultura del lavoro e del sacrificio che porteranno l’atleta barlettano ad ulteriori fantastici risultati.

Vittori, personaggio schivo, di grande cultura tecnica e non solo, prende in cura Mennea a neanche 20 anni fino al ritiro dopo la partecipazione alla sua 5° Olimpiade a Seul nel 1988, a 36 anni suonati.

Pietro Paolo Mennea, bianco normodotato, che riporta in Italia il record del mondo sui 200 metri piani, dopo 19 anni Livio Berruti, Olimpiade di Roma del 1960, detenendolo per ben 17 anni.

Chissà cosa avrebbe fatto oggi con le piste d’atletica superveloci e con scarpette ultraleggere rinforzate dalla fibra di carbonio…

 

 

FOTO: Pietro Paolo Mennea  –  Barletta vive.

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