Roma, 31 gennaio 2024 – Una volta, nelle Fiandre, mi trovai a passare vicino a quattro case di un paesino della campagna di Anversa di cui non ricordo il nome.
Ma l’amica belga che mi accompagnava me ne indicò una e con molto orgoglio mi disse: “Quella è la casa di Pfaff, il più grande portiere della storia del nostro calcio”.
Tanto per sottolineare l’immensa considerazione di cui gode tra i tifosi belgi Jean-Marie Pfaff. Istrionico, iconico ed eccentrico come solo i grandi portieri sanno essere.
Basti dire che nel 2003, in quella grande casa, hanno girato un reality su di lui e sulla sua immensa famiglia.
Che a quei tempi era composta dalla moglie Carmen, sposata nel 1974, dalle tre figlie, dai tantissimi nipoti, dai suoi cinque fratelli e dalle sue sei sorelle, con annessi e connessi.
Jean-Marie Pfaff, infatti, è uno degli undici figli messi al mondo dai suoi genitori, che di professione facevano i venditori ambulanti di tappeti e, per questo, si spostavano nelle Fiandre di mercato in mercato, di città in città con la loro roulotte.
La stessa dove hanno vissuto Jean-Marie e i fratelli quando erano piccoli.
L’infanzia per strada lo aiutò a sviluppare un carattere socievole ed estroverso, lo stesso che poi dimostrerà di avere tra i pali, dove ne combinerà delle belle.
Le parate, certo, tante, spettacolari e decisive. Ma anche i colpi di scena, da vero attore.
Come quella volta che prese una sedia da fotografo a bordo campo e si mise seduto in mezzo alla porta durante una partita (vedi foto).
O come quando si mise a mangiare una delle mele che gli avevano tirato dalle tribune insieme a tanta altra frutta e verdura.
La sua è stata una carriera straordinaria sia con il Bayern Monaco (con cui ha militato dall’83 all’88 vincendo moltissimo) sia in nazionale.
Con il Belgio Pfaff ha giocato i Mondiali dell’82 e dell’86, i due migliori della storia dei “Diavoli Rossi” (così si chiamava anche la squadra che aveva creato con i fratelli quando erano bambini) e si era messo in luce agli Europei dell’80, in Italia.
Dove con le sue parate aveva portato il Belgio a giocarsi a sorpresa la finale dell’Olimpico contro la Germania Ovest, che poi la vinse per 2-1 anche per una sua uscita alta sbagliata che propiziò il gol del “centravantone” tedesco Horst Hrubesh.
Perché Pfaff, oltre che per le grandi parate, è ricordato anche per qualche papera di troppo, che ha fatto sempre dimenticare con la sua simpatia e il suo essere personaggio anche fuori dal campo.
Basti ricordare che quel reality su casa-Pfaff di cui abbiamo scritto prima è stato replicato per molti anni in Belgio, dove è davvero una gloria nazionale.
Proprio come mi diceva l’amica fiamminga quando, passando per caso vicino a quel paesino della campagna di Anversa, mi indicò con orgoglio la casa del portierone Jean-Marie Pfaff, che ha compiuto 70 anni lo scorso 4 dicembre.