Racconti di sport

Racconti di sport. C’e’ maglia e maglia…

Due modi diversi di intendere la casacca da gioco nella stessa città: Genova.

Roma, 8 settembre – Il neo presidente della Sampdoria Ferrero una ne fa e cento ne pensa, purché siano idee proficue per il suo club. E in tempi come questi c’è anche da capirlo.

L’ultima è stata quella di trasformare la mitica maglia blucerchiata in un manifesto cinematografico. In virtù di un accordo con una società romana che distribuisce film, infatti, nelle prossime settimane la Sampdoria pubblicizzerà i film in uscita ad ottobre scrivendo sulle proprie maglie il titolo e la data di uscita nelle sale. In mancanza di un main-sponsor il numero uno blucerchiato racimolerà così qualche soldino da mettere in cassa.

Storia diversa sull’altra sponda genovese, quella rossoblu, dove il Genoa, la più antica società d’Italia, che ha appena festeggiato i suoi 121 anni di vita (è stata fondata il 7 settembre 1893), venera la prima maglia al punto di considerarla intoccabile e inattaccabile dallo sponsor tecnico, al quale è praticamente proibito di cambiarla nella forma e nei colori. Anzi, alcuni anni orsono i tifosi rossoblu si ribellarono ad uno sponsor che l’aveva alterata aggiungendo delle righine bianche sulle spalle e minacciarono di non comprarne neanche una. Ovviamente quello lasciò perdere e la maglia tornò al disegno originale e da allora è rimasta sempre la stessa: a quarti rossoblu, con colletto o a girocollo. Con buona pace del merchandising e dei moderni designer sportivi. Da quella parte del Bisagno la tradizione non ammette deroghe e conta tantissimo. Dall’altra cominciano a vedersi gli effetti della fantasia al potere.

A voi decidere chi ha ragione.

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