Roma, 12 marzo 2020 – Gunther Netzer e Joahnn Neeskens, i due centrocampisti che nella prima metà degli anni ’70 hanno guidato la Germania e l’Olanda con le loro intuizioni e geometrie.
Rivali in campo e fuori, visto che, secondo la moda dei tempi, portavano i capelli lunghi (biondi per entrambi, come è naturale per i figli delle loro terre), le camicie attillate e i pantaloni a zampa d’elefante.
Piacevano alle ragazze (non a caso nella foto d’epoca c’è Neeskens che viene portato in campo a braccia da due di loro ai tempi dell’Ajax), ma in campo, quando si incontravano, non ci pensavano per niente e se potevano se le davano anche.
Perché le sfide tra Olanda e Germania erano pure le loro sfide, anche se nella celebre finale del Mondiale di Monaco del 1974 Netzer non c’era. Ma Neeskens si, perché era uno degli alfieri di quella splendida e perdente Olanda guidata dal suo gemello Cruijff. Un gemello vero, di nome (erano i due Joahnn della squadra) e di maglia.
Non come Netzer, con il quale la somiglianza era solo coincidenza e con cui la rivalità divenne ancora più forte quando entrambi andarono a giocare in Spagna, ovviamente nelle due squadre che erano rivali da sempre.
Netzer nel Real Madrid, dove arrivò nel 1973 dopo una vita trascorsa nel Borussia Moenchengladbach; Neeskens nel Barcellona, al quale approdò nel 1974 provenendo dall’Ajax.
E non poteva essere diversamente, visto che il Real aveva sempre privilegiato i giocatori tedeschi (quando arrivò Netzer c’era già Breitner), mentre il Barça era una colonia olandese (in Catalonga Neeskens trovò il gemello vero, Cruijff e Rinus Michel, che era stato il suo Ct con l’Olanda).
Il duello, dunque, si rinnova nella Liga, che Netzer vince due volte (1974-75 e 1975-76) e Neeskens mai, visto che con il Barça conquista una Coppa di Spagna e una Coppa delle Coppe.
Due centrocampisti fenomenali, a cui quelli di oggi potrebbero solo lucidare le scarpe.
Basti ricordare solo che, alla vigilia del Mondiale del 1974, quando il Ct della Germania Schoen sapeva già di dover fermare la stella del momento, Cruijff, prima di una partitella di allenamento ordinò al “terzinaccio” Berti Vogts che sarebbe stato lui a marcarlo a uomo. E per vedere se poteva riuscirci si rivolse a Netzer dicendogli: “Tu oggi giochi contro di Vogts e fai Cruijff”.
Beh, se in quella Germania c’era uno che poteva indossare i panni del “Profeta del gol” olandese per il suo modo di giocare questo era proprio lui.