L’inventore dell’esclamazione del nostro titolo “Che golazo, amici” è stato un grande del calcio italiano e mondiale e noi omaggiamo le 80 primavere di Josè Altafini.
Roma, 22 luglio 2018 – Nato in Brasile il 24 luglio del ’38, da genitori italiani emigrati nel paese sudamericano, Josè si fa largo come talento calcistico tanto da essere soprannominato dai media brasiliani “Mazola”, con una sola zeta, in ricordo per come giocava e soprattutto per i capelli a spazzola della mezz’ala del grande Torino, Valentino Mazzola.
Fece parte della vittoriosa spedizione brasiliana ai mondiali di calcio in Svezia nel ’58, quella del primo titolo mondiale dei carioca e da li, a soli vent’anni, acquistato dal Milan per una cifra niente male per l’epoca: 135 milioni di lire!
Appena giunto in Italia naturalmente non potè usare il soprannome Mazola, vista la contemporanea ascesa a ruolo di grande calciatore, dell’Inter e della Nazionale, di Sandro Mazzola figlio di Valentino.
Venne successivamente naturalizzato come oriundo anche dai selezionatori azzurri e suo malgrado fu protagonista della fallimentare spedizione in Cile nel ’62 che tuttavia non intaccò il prosieguo di carriera di Josè, perché l’anno successivo fu protagonista assoluto della prima vittoria in Coppa dei Campioni del Milan a Wembley siglando una doppietta, in rimonta, contro il Benfica di Eusebio.
Oltre alla coppa delle grandi orecchie, coi rossoneri vinse due campionati, passando poi al Napoli dove rimase per sette anni ed in età avanzata, a 34 anni, giocò con la Juventus, dimostrando grande professionalità e contribuendo alla conquista di due scudetti dei bianconeri; particolarmente significativo il suo goal decisivo nel ’75 nel testa a testa contro il suo vecchio Napoli a cui segnò a due minuti dalla fine lanciando la Juventus verso il titolo, con tanto di calorosa esultanza.
I sostenitori partenopei non gliela perdonarono mai e scrissero su un cancello d’accesso allo stadio San Paolo “Josè, core ‘ngrato”.
Personaggio istrionico, Altafini è stato un grandissimo attaccante che “solo” nel campionato italiano ha realizzato la bellezza di 216 reti e tenete presente che dal ’67 a tutto il ’76 i tornei erano a 16 squadre e cioè con otto partite all’anno in meno rispetto ad oggi.
Ai tempi del Milan, verso la fine del rapporto, fu definito “coniglio” da Gipo Viani per una sua presunta poca combattività; però uno che ha fatto 216 goal nel nostro torneo penso che non lo si possa etichettare come coniglio.
Josè Altafini a fine carriera è stata la prima voce tecnica di supporto al telecronista, nella fattispecie Luigi Colombo a Telemontecarlo, e la sua passione ed originalità verso il calcio lo ha reso celebre per delle esclamazioni emotive al realizzarsi di una rete o comunque di una giocata di rilievo. La sua inflessione sudamericana, di matrice portoghese, lo ha connotato simpaticamente nel panorama televisivo e, come detto, proverbiale il suo “golazo” successivamente poi ripreso da altri commentatori.
Auguri vecchio Josè, magari avercene oggi di “conigli” come Te….