Racconti di Sport. Giulietta, non fare scherzi!

Domenica sera c’è Lazio e Verona, una gara importante nella corsa dei romani ad un piazzamento Champions nel ricordo di quanto accadde nel giorno di Pasqua del 1974.
Roma, 21 marzo – Siamo ad undici giornate dalla fine del campionato ed è ancora oggettivamente molto lunga la marcia per qualificarsi alla prossima Champions League. Da secondi o da terzi classificati che sia. Tenendo conto anche della sosta per le Nazionali nel fine settimana del 29 marzo e che poi bisognerà gestire l’aspetto climatico con l’inevitabile arrivo dei primi caldi.
I biancocelesti fin qui stanno sfruttando alla grande la mancata partecipazione alle coppe europee, perché se da una parte c’è stato un decremento dei proventi, dall’altro il mister Pioli, vero ed unico artefice del miracolo laziale, ha potuto programmare un addestramento massimale, sia fisico che tecnico, godendo di tutta la settimana a disposizione.
A prescindere, come diceva Totò, domenica 22 marzo all’Olimpico si affaccia un Verona ormai tranquillo per la lotta per la salvezza, che si è tolto una grande soddisfazione battendo nettamente nel precedente turno il Napoli di Benitez. Una gara insidiosa che fatalmente riporta alla mente quello che successe quasi 41 anni fa, il 14 aprile del ’74, giorno di Pasqua, quando la Lazio, lanciata verso la conquista del suo primo scudetto, ospitava il Verona di Zigoni e Bet in una partita che sembrava non presentare eccessive difficoltà e che iniziò con 15’ di ritardo per una protesta dell’Associazione Italiana Calciatori, punita come era allora da copione con l’ammonizione dei capitani Pulici e Mascalaito. Al di là delle previsioni della vigilia, però, alla fine del primo tempo il Verona conduceva incredibilmente per 1-2, frutto di una  prodezza proprio di Zigoni e di un’autorete di Oddi. Accadde però una magia incredibile perché Maestrelli ricacciò in campo i suoi giocatori con ferma determinazione non facendoli entrare fisicamente negli spogliatoi e gli stessi si schierarono sul terreno di gioco aspettando l’arbitro e gli avversari durante il quarto d’ora di riposo. Tutti rimasero attoniti nel vedere questa scena e piano piano il pubblico capì lo stato d’animo dei suoi beniamini e prese incessantemente a sostenerli. Il secondo tempo fu un monologo furioso e la Lazio, come un molosso assetato di sangue, azzannò letteralmente gli scaligeri e trasformò il preoccupante 1-2 in un trionfale 4-2 finale.
A memoria d’uomo credo sia stato un caso più unico che raro almeno in Italia, a dimostrazione che al di là di schemi, alchimie tattiche, stregonerie varie, quello che conta nel gioco più bello del mondo è la testa ed un sano buonsenso in chi comanda.
Perciò, cara Giulietta, non ti offenderemo come hanno fatto tanti anni fa i tifosi napoletani, ma tu non fare…..scherzi!
 
XXV giornata – inizio ore 15.45
14 aprile 1974
LAZIO: F.Pulici, Petrelli, L.Martini, Wilson, Oddi, Nanni, Garlaschelli, Re Cecconi, Chinaglia, Frustalupi, D’Amico. A disposizione: 12 Moriggi, 13 Polentes, 14 Franzoni. Allenatore: Maestrelli.
HELLAS VERONA: Giacomi, F.Nanni, Sirena, Bachlechner, Bet, Mascalaito, Franzot, Maddè, Luppi, Zaccarelli, Zigoni (56′ Pace). A disposizione: 12 Porrino, 13 Ranghino. Allenatore: Cadè.
Arbitro: Sig. Giunti di Arezzo.
Marcatori: 4′ Bet (aut), 25′ Zigoni, 43′ Oddi (aut), 49′ Garlaschelli, 76′ Nanni, 78′ Chinaglia
Spettatori: 35.939 di cui 18.315 abbonati per un incasso di £.57.625.600.
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