Racconti di sport – Gianni Rivera, il Golden Boy!

Roma, 18 agosto – Oggi ci troviamo ad omaggiare il compleanno del più grande giocatore italiano di tutti i tempi e ammesso che ad una certa età si abbia ancora voglia di festeggiare,  la festa è di Giovanni “Gianni” Rivera con 72 primavere a carico.

Ci prendiamo tutta la responsabilità storica per quello che abbiamo scritto nel preambolo e che parecchi pensano tra addetti ai lavori e semplici appassionati del gioco più bello del mondo, anche se oggettivamente è sempre molto difficile stabilire queste classifiche, queste graduatorie tra epoche profondamente diverse tra loro.

Gianni Rivera, il Golden Boy,  è stato uno dei pochissimi calciatori nella storia a non aver mai giocato in serie B, non che fosse un disonore, con un’appartenenza assoluta alla causa milanista dal 1960 al 1979, preceduta dai primi due anni di serie A all’Alessandria sua città di origine.

Il debutto nel massimo campionato a poco meno di sedici anni lo ha da subito inquadrato tra i predestinati, unitamente alla conquista del suo primo scudetto a 19 anni ed  alla prima Coppa dei Campioni a 20.

Al di là di tutti i rilievi statistici la figura di Rivera nell’arco di tutta la sua carriera non è stata solamente abbinata al calcio; dotato di intelligenza sopraffina nella visione di gioco, nel capire in anticipo lo sviluppo dell’azione, il Golden Boy è stato un precursore nell’attività del sindacato calciatori, da lui stesso fondato con l’ausilio di campioni come Mazzola, Bulgarelli, De Sisti, a tutela dei giocatori meno rappresentati che giocando in categorie inferiori non erano garantiti. Una vera e propria rivoluzione in un’epoca di profondi cambiamenti nella storia del nostro Paese.

Rivera a dispetto della militanza nel Milan, società potente al pari della Juventus e dell’Inter, non è mai stato “col potere” anzi lo ha sempre combattuto con l’intelligenza che dimostrava  in campo. Si è  esposto senza troppi calcoli pagando di persona con lunghe squalifiche per le polemiche contro il famoso arbitro Lo Bello ed il capo dell’Associazione Italiani Arbitri Campanati.

Ma tornando all’aspetto tecnico cosa aggiungere di un calciatore che per primo in Italia ha vinto il Pallone d’Oro ed ha fatto la fortuna di tutti gli attaccanti con cui ha giocato?

 Ricordiamo in proposito lo stupore dei brasiliani che non vedendolo in campo nella finale mondiale del 1970, quella famosa dove giocò appena sei minuti, dissero all’unisono: “se voi non lo fate giocare datecelo a noi”!

E ancora Sir Alf Ramsey, commissario tecnico della nazionale inglese campione del mondo nel 1966, che all’indomani della prima vittoria italiana a Wembley nel novembre del ’73 a precisa domanda di chi fossero i 4 migliori calciatori italiani di sempre rispose:”Rivera,Rivera,Rivera e Rivera”!

Un solo piccolo rimpianto, secondo il nostro punto di vista, è nel periodo vissuto da Rivera che senza dubbio è stato ricco di eventi e soddisfazioni ma pensate solamente a quello che poteva essere oggi il “personaggio Rivera” nell’epoca della multimedialità, dei social e quant’altro; con l’ironia e la sagacia che si ritrovava sarebbe stato, come si dice oggi, un “crack” non dimenticando mai i piedi per terra , la mentalità contadina.

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