Roma, 21 settembre 2021.
Ho appreso da pochi minuti della scomparsa di Romano Fogli ultimo baluardo in vita di quello splendido Bologna <Che tremare il mondo fa>, Campione d’Italia 1964.
A dire il vero c’è un ultimo superstite di quella squadra ed è Bruno Capra, oggi 87nne, che non è un titolarissimo ma che partecipa allo spareggio contro l’Inter per l’assegnazione dello scudetto 1964.
Negri, Furlanis, Pavinato, Tumburus Janich, Fogli, Perani, Bulgarelli, Nielsen, Haller, Pascutti.
Questi sono i titolari, recitati come un’Ave Maria, appartenenti ad un calcio oramai preistorico, dei primi album Panini, dello scambio delle figurine, dei palpitanti pomeriggi domenicali incollati alla radio.
Il torneo ‘63/’64 è un testa a testa tra i felsinei e l’Inter del mago Herrera, che alla fine delle 34 partite arrivano a pari merito in classifica.
Per la prima volta il tricolore viene assegnato in una gara di spareggio, che la Federazione decide di far giocare a Roma il 7 giugno.
Vigilia vissuta con opposte emozioni dalle due compagini.
L’Inter fresca vincitrice della sua prima Coppa dei Campioni, dieci giorni prima, contro la corazzata Real Madrid, il Bologna nella tristezza più profonda per la scomparsa del suo presidentissimo Renato Dall’Ara colpito da infarto solo tre giorni prima dello spareggio.
Dunque Stadio Olimpico di Roma, 7 giugno 1964 ore 17, caldo infernale e formazioni che si affrontano nelle formazioni tipo con una sorpresa.
Il Bologna, guidato da Fulvio Bernardini, <il dottore>, si presenta con Capra all’ala sinistra al posto dell’infortunato Pascutti, bomber dell’attacco rossoblù insieme al fromboliere Nielsen.
E’ una mossa a sorpresa, un’ala tattica che scompagina i piani presuntuosi di Herrera e che consente agli emiliani un maggior contenimento a centrocampo degli assi nerazzurri.
Proprio Fogli, insieme al talentuoso Bulgarelli, comanda le operazioni ed arriva alla personale soddisfazione di portare in vantaggio il Bologna con una punizione dal limite ad un quarto d’ora dalla fine.
Il risultato finale viene poi arrotondato dal centrattacco Nielsen per il 2-0 definitivo e relativo tripudio di tutta la banda rossoblù.
Tra gli oltre 50.000 presenti sugli spalti dell’Olimpico c’è un bambino di otto anni, che da giorni assilla il papà per farsi portare allo stadio a vedere lo spareggio.
Il suo tifo è per la Lazio, ma già dall’epoca mostra un’idiosincrasia verso i così detti <forti> istituzionali.
Poi ha conosciuto Janich, il centromediano, che gli consiglia di mangiare molta verdura per crescere forte ed inoltre ha una forte simpatia per il comico Raffaele Pisu, vedette della televisione, tifosissimo del Bologna.
Insomma Romano Fogli, undici anni di militanza rossoblù con oltre 300 presenze in serie A, contribuisce, insieme a tutti gli altri, a dare una soddisfazione a quel bambino simpatizzante felsineo.
Mai e poi mai quello stesso bambino avrebbe immaginato di raccontare 57 anni dopo, maldestramente, di quello splendido pomeriggio allo stadio Olimpico…