Racconti di sport. Santo Maradona

Maradona, Acerra e un gesto da ricordare.

Roma, 3 giugno – Il diavolo e l’acqua santa, tutto concentrato in un corpo piccolo di statura, con dei folti ricci neri sulla testa e due piedi favolosi: quello di Diego Armando Maradona.

L’uomo che tanti hanno demonizzato per la cocaina, le uscite estemporanee e talvolta fuori luogo e i comportamenti fortemente anticonformisti. Ma anche l’uomo universalmente amato da tutti i compagni di squadra che ha avuto, al punto che è praticamente impossibile trovarne uno che ne parli male. E se è così un motivo ci sarà, visto che loro lo hanno conosciuto meglio dei tanti altri che di lui parlano solo per sentito dire.

E un episodio che dimostra chi è davvero stato per Napoli Diego Armando Maradona, è accaduto lontano dai riflettori delle televisioni e dalla mondanità, in un piccolo campo di pallone più in terra battuta che in erba, per di più infangato dalla pioggia di un freddo pomeriggio invernale. Quello di Acerra, cittadina dell’hinterland del capoluogo campano. Il tutto accadde nel 1984, l’anno in cui tra i suoi compagni di squadra del Napoli Maradona aveva il centravanti campano Pietro Puzone. L’uomo che fu contattato da un padre di Acerra, disperato per il suo bambino malato, che doveva fare un’operazione che gli avrebbe salvato la vita con dei soldi che, però, la famiglia non aveva e per raccogliere i quali il padre pensò di organizzare una partita di beneficenza con gli azzurri del grande Maradona. Un sogno all’apparenza folle per tutti, ma non per lui, “El Pibe”, il più grande.

E vi spieghiamo perché.

La famiglia contattò il Napoli Calcio chiedendone la disponibilità per l’amichevole, ma il presidente Ferlaino non acconsentì alla richiesta. Ma la voce giunse alle orecchie di Maradona, che si ribellò al volere del presidente, decidendo autonomamente di andare su quel campo infangato di periferia e di rischiare anche eventuali infortuni nel bel mezzo del campionato. Così pagò la clausola di 12 milioni alla sua assicurazione affermando: “Che si fottessero i Lloyd di Londra! Questa partita si deve giocare per quel bambino”.

Maradona andò in silenzio a giocare quella partita con tutti i suoi compagni, in mezzo alla sua gente e senza strombazzare l’evento in giro, tanto che di quella gara esistono solo immagini amatoriali.

Cercatele su internet, se volete. Perché Maradona ha sempre avuto un cuore enorme, che qualche anno fa stava anche per tradirlo, ma che nessuno può negare. Anche per questo, a Napoli e dintorni, ancora oggi qualcuno lo chiama “Santo Maradona”.

Certamente l’importo pagato per la clausola, avrebbe consentito di fare l’operazione senza alcun rischio per i calciatori ma non avrebbe certo ottenuto la gioia di quel bambino e dei suoi compaesani nel vedere giocare “il Napoli” da loro e per loro. La vera beneficenza è questa, fatta in silenzio…

Così, quell’amichevole servì a garantire al bambino l’operazione che doveva affrontare per poi continuare a vivere gli anni della sua vita, mantenendo vivo il ricordo di quella partita “del cuore”.

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