Racconti di sport. F.1: quando si correva a Silverstone
Amarcord di un circuito che non fa più parte del Mondiale anche se qui tutto ebbe inizio.
Roma, 27 marzo – Oggi il Mondiale di F.1 si corre ovunque ci siano petrolio, dollari o televisioni a sovvenzionarlo: Abu Dabi,la Cina,la Malesia, dove si svolgerà domenica alle 9.00, con diretta Tv su Sky Sport e differita alle 14.15 su Rai 1.
Ieri, romanticamente, si correva anche in circuiti molto meno ipertecnologici di quelli attuali, ma legati alle origini del mondo delle corse in auto. Pensiamo, ad esempio, al circuito di Silverstone, sede del GP di Gran Bretagna, situato nell’Inghilterra centrale ed afflitto da annosi problemi di viabilità che creavano enormi disagi a tutti gli appassionati che volevano assistere alla gara dal vivo. Per raggiungerlo, infatti, dovevano percorrere un’autostrada a tre corsie che terminava in un imbuto di cinque metri, creando file enormi e altrettanto grandi problemi di parcheggio in tutta la zona. Basti pensare allo spaventoso ingorgo che si verificò nell’aprile del 2000 e che spinse gli organizzatori all’appello radiofonico con cui invitarono le masse di appassionati a non raggiungere il circuito e tutti i residenti della zona a non uscire di casa.
Certo, a complicare le cose quella volta ci si mise anche la pioggia, che rese fangosi e impraticabili i campi circostanti, ma visto che questa nelle isole britanniche non è poi così infrequente, l’incresciosa situazione si ripeteva spesso. Per questo a Silverstone si correva in estate, quando il pericolo pioggia era meno frequente. Al di là delle bizze meteorologiche, però, il grande problema di Silverstone era quello della viabilità intorno al circuito, tanto chela FIA minacciò più volte di declassare la gara a semplice prova dimostrativa, togliendogli la facoltà di assegnare punti in classifica, se gli organizzatori del GP d’Inghilterra (il Club dei Piloti Britannici, che gestiva l’impianto ela Octagon, proprietaria dei diritti di organizzazione della gara) non avessero preso provvedimenti. La minaccia, poi, rientrava sempre, almeno fino a quando i moderni ricchi hanno ottenuto lo spostamento del Mondiale a casa loro.
A quel punto tutti i problemi di Silverstone tornarono al pettine e il GP d’Inghilterra venne cancellato, con grande rammarico degli appassionati più legati alla tradizione, visto che il circuito di Silverstone aveva un’importanza storica perla F.1, dato proprio qui venne disputata la prima gara del Mondiale. Ci riferiamo al GP inaugurale del 13 maggio 1950, vinto da Giuseppe Farina alla guida di un’Alfa Romeo. Il tracciato, poi, era legato alla storia stessa dell’Inghilterra, costruito com’era nel luogo in cui sorgeva un vecchio aeroporto militare che, durante la seconda guerra mondiale, aveva ospitato i bombardieri della RAF.
Il suo nome (pietra d’argento) derivava dalla vicinanza di un villaggio in cui, nei secoli passati, si trovava una cava di ghiaia. Sulla sua pista, lunga5.141 kmper un totale di 60 giri, la velocità media sul giro era molto alta, tanto che negli ultimi anni si superarono anche i215 km/h.
Oggi Silverstone è solo un ricordo e confessiamo che un po’ ci manca. Proprio come tutte quelle belle tradizioni che resero immortale lo sport che fu, come i numeri dall’1 all’11 delle maglie dei calciatori, le racchette di legno dei tennisti e le maglie semplici ed eleganti delle nazionali di rugby.