Racconti di sport – “Il Toro del Bronx”

Roma,  12 febbraio – Esattamente 35 anni fa  usciva nelle sale italiane una pellicola basata sulla storia di un pugile degli anni ‘40/’50, Giacobbe “Jake” La Motta, detto il Toro del Bronx.

Nella versione italiana il film fu “Toro scatenato”, con la regia di Martin Scorsese e come protagonista il premio Oscar  Robert De Niro.

Nei giorni scorsi sulle reti SKY  ho avuto modo di rivedere il film e mi sono concentrato sul personaggio La Motta, pugile di grande valore e determinazione.

Di origine siciliana, il quasi novantacinquenne Jake fu un peso medio campione del mondo nel 1949 quando conquistò la corona contro Marcel Cerdan, francese, per KO all’inizio del decimo round e conservò il titolo fino al 1951 quando fu sconfitto dal leggendario Sugar Ray Robinson.

Furono addirittura sei gli incontri disputati da La Motta contro Robinson, uno solo vinto da Jake ed uno solo valido per il mondiale, appunto quello del ’51.

Il match fu particolarmente cruento e si risolse alla 13° ripresa con la vittoria per KOT di Robinson, con La Motta sfinito sulle corde che non ne voleva sapere di andare al tappeto.

Questo episodio fu una delle scene più belle rappresentate nel film, tra l’altro magistralmente girato in bianco e nero per ribadire l’atmosfera di quegli anni, con De Niro/La Motta che invitava l’avversario a farsi avanti, a picchiarlo ancora più duramente.

Jake era estremamente determinato, non era sostenuto da una gran tecnica ma era”cattivo”, pugilisticamente parlando, forgiato da allenamenti duri e da un’esistenza vissuta in un quartiere non facile come il Bronx.

La personalità di La Motta era abbastanza complessa, soffriva di paranoie che sfociavano in gelosie, verso la seconda moglie Vickie una donna molto bella e sensuale, e rapporti strani con personaggi che detestava appartenenti al sottobosco malavitoso di New York.

Clamoroso il rapporto col fratello più piccolo Joey, suo manager nella carriera pugilistica, che cercava di smussarne le varie spigolosità fino a rompere drasticamente il sodalizio perché accusato di essere l’amante della moglie Vickie.

Per tornare all’aspetto sportivo La Motta combattè 106 incontri vincendone 83, 4 pari e 19 sconfitte.

Il film di Scorsese traccia fedelmente la figura di Jake, coadiuvato dal mostruoso De Niro che nella parte finale recita “appesantito” di trenta chili per rendere più veritiero il personaggio avanti con gli anni; lo stesso De Niro nelle fobie di La Motta rimette in campo i vizi e gli atteggiamenti del tassista di Taxi Driver.

La Motta scrisse la sua biografia che originò il film e fu anche protagonista in qualche sequenza cinematografica come quella del barista ne “Lo Spaccone” di Paul Newman.

Il pugilato, la “noble art”, oggi è ai minimi termini e personaggi come La Motta sono ormai fuori contesto per come si è sviluppata la società moderna, tuttavia a livello prettamente sportivo posso senz’altro dire che “il nostro” è stato tra i dieci più grandi pesi medi di tutti i tempi.

Un vero TORO!.    

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