Racconti di sport. L’ultimo graffio dell’artiglio irlandese

Nel 2002 si chiuse la carriera di Peter Clohessy, mitico pilone dell’Irlanda

Roma, 4 febbraio – Aspettando il debutto dell’Italia nel prossimo 6 Nazioni contro l’Irlanda, rinverdiamo (è proprio il caso di dirlo!) un episodio riguardante il confronto con i nostri avversari.

È il 23 marzo del 2002, nella penultima giornata del torneo gli azzurri sono ospiti a Dublino, contro i padroni di casa che si aggiudicheranno il match con il punteggio di 32-17 (per i nostri, comunque due onorevolissime mete di Ciccio De Carli e Berga Mauro). Purtroppo all’ultima giornata l’Irlanda, il 6 aprile, perderà la sfida in trasferta con i francesi, che vinceranno il Torneo con Gran Slam (ma questa è un’altra storia, che ci interessa poco per sano antagonismo verso i cugini transalpini).

Il 23 marzo è un giorno particolare: si avvia all’addio una leggenda del rugby irlandese, Peter Clohessy, “The Claw” (l’artiglio, ma anche la chela), 36 anni compiuti il giorno prima. È la sua ultima apparizione in maglia verde al mitico Lansdowne Road, e due settimane dopo Pete raggiungerà a Parigi il suo 54esimo e ultimo cap. The Claw disputa una grande partita, contribuendo alla vittoria finale. Alla fine, il doveroso omaggio del pubblico, dei compagni e degli avversari ad un campione che alla fine della stagione 2001/02 avrebbe poi lasciato l’attività professionistica.

Peter Martin Noel nasce a Limerick nel 1966, probabilmente pilone già in fasce (come tutti i grandi in questo ruolo, lo status diproplo aveva per diritto di nascita, come un titolo nobiliare). In tutta la sua carriera indosserà la maglia del Munster, prima da dilettante e poi da professionista, dal 1987 al 2002, ricoprendo con disinvoltura e versatilità entrambi i ruoli di pilone destro e sinistro. Con la maglia verde disputò anchela Coppadel Mondo del1999 inGalles.

La squadra irlandese di quegli anni era formidabile: una terrificante (in senso estetico) prima linea con Pete e John Hayes ai lati del tallonatore Keith Wood (detto Uncle Fester per la rassomiglianza con lo zio della famiglia Addams), poi Paul O’Connell in terza linea, Peter Stringer e Ronan O’Gara nella mediana, Girvan Dempsey come estremo, l’immenso Brian O’Driscoll (“In BOD we trust”) con il suo numero 13. Nonostante questo potenziale, il successo sfuggì all’Irlanda sino alla prima sofferta conquista del Torneo nel 2009.

Un episodio che ha alimentato il mito di Clohessy è il terribile incidente capitatogli due giorni dopo il suo ultimo match internazionale: un’esplosione di carburante gli procurò gravi ustioni al viso e al braccio. Nonostante ciò, egli scese incredibilmente in campo con il Munster una sola settimana dopo, nella semifinale di Heineken Cup contro il Castres, contribuendo alla conquista della finale (poi persa contro i Leiceister Tigers).

Oggi the Claw gestisce nella sua città natale, in riva al Fiume Shannon, un bel pub, thePeter Clohessy’s Bared un night Club, chiamato The Sin Binprobabilmente in memoria dei diversi cartellini gialli rimediati per la grazia che lo contraddistingueva in campo.

Exit mobile version