Vasco da Gama: un nome, una garanzia

Dal grande esploratore portoghese alla squadra di Rio de Janeiro che porta il suo nome.

Roma, 8 luglio 2022 – L’8 luglio del 1497 partì la spedizione navale con la quale il celebre navigatore portoghese Vasco da Gama circumnavigò per la prima volta il Capo di Buona Speranza.

Aprendo così la nuova via marittima che collegava l’Oceano Atlantico a quello Indiano e che evitava di attraversare il Mediterraneo (a quei tempi troppo pericoloso) e la Penisola Arabica.

Vasco da Gama lasciò Lisbona l’8 luglio 1497 con quattro navi e 150 uomini di equipaggio.

L’ammiraglia São Gabriel comandata da lui stesso; la São Rafael comandata dal fratello Paulo da Gama e la “Bérrio”, posta sotto il comando di Nicolau Coelho.

Ad esse si aggiungeva una nave da carico.

L’impresa fu enorme e si concluse con successo il 28 maggio del 1498, quando Vasco da Gama sbarcò a Calcut.

Diventando così il primo europeo capace di arrivare direttamente in India doppiando il Capo di Buona Speranza. E in Portogallo, da allora, è considerato una gloria nazionale.

Per questo il 21 agosto del 1898 a Rio de Janeiro alcuni immigrati portoghesi decisero di dare il suo nome al club che avevano fondato: il Club de Regatas Vasco da Gama.

Che negli anni a venire, da società di canottaggio qual’era, diventerà una delle più leggendarie e più titolate squadre di calcio del Brasile e di Rio de Janeiro.

La città nella quale disputa derby accesissimi con il Flamengo, la Fluminense e il Botafogo.

Per noi ultracinquantenni il Vasco da Gama è diventato famoso grazie alle strepitose telecronache di Mario Mattioli di fine anni ’70-inizio anni ’80 in una tv privata romana che trasmetteva le partite del campionato brasiliano.

Erano i tempi nei quali nel Vasco giocava Carlos Roberto de Oliveira.

Un attaccante dal tiro formidabile che, per questo, era stato soprannominato “Roberto Dinamite”.

Tuttora capocannoniere della storia del club grazie ai 698 gol che ha segnato nelle 1110 partite che ha disputato con il Vasco dal 1971 al 1993.

Della sua vita da calciatore si narrano storie epiche e leggendarie, come quella che racconta della sua incompatibilità con Telé Santana.

Il Ct del Brasile che l’Italia sconfisse in quei Mondiali dell’82 che la redazione sportiva di www.attualita.it vi ha raccontato nel libro “Italia ’82 – Quarant’anni fa”.

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