Si perché se parliamo di Lazio-Parma, che si giocherà domani sera all’Olimpico nel turno infra-settimanale relativo alla 33° giornata di serie A, è proprio azzeccato il “ C’era una volta” vista la crescita dall’inizio degli anni ’90 che le due squadre compirono nel panorama del calcio italiano.
Il Parma del presidente Tanzi e dell’emergente tecnico Scala che s’impose da subito come rivelazione con novità tattiche interessanti e vincenti, mentre la Lazio più faticosamente stava creandosi un’identità da “grande” sotto la presidenza Cragnotti.
Nacque spontaneamente un’intesa tra i due sodalizi che consentì ai due patron di scambiarsi negli anni dei giocatori; tra le transazioni più celebri l’acquisto nel 2000 di Crespo alla Lazio con Almeyda e Sergio Conceicao al Parma, preceduti nel 1999 da Veron che passò ai biancocelesti e prima ancora Fuser che andò in Emilia. Dobbiamo però ricordare quello che “in primis” non si concretizzò tra le due società e cioè la cessione di Signori al Parma nell’estate del 1995 in cambio di Filippo Inzaghi, Dino Baggio e 25 miliardi di lire! Il primo scambio sulla “Via Lattea”, locuzione inventata in virtù delle appartenenze a Parmalat e Cirio dei due presidenti, saltò clamorosamente per una vera e propria insurrezione dei tifosi laziali a difesa dell’idolo Signori.
Al di là di questo le due squadre, dal punto di vista tecnico, s’imposero sempre più tanto che entrarono a buon diritto nel famoso gruppo delle “sette sorelle”ossia quelle squadre in lotta per la conquista dello scudetto.
Non è questa la sede per commentare quello che, specialmente negli ultimi dieci anni, è stato il ridimensionamento delle due formazioni, con punte di alta drammaticità relative al Parma che ha visto azzerare completamente la presidenza Tanzi ed oggi sta vivendo il triste calvario di un fallimento pilotato.
Rimanendo ai ricordi tecnici segnaliamo tre partite a nostro avviso più pregnanti e cioè il roboante 5-2 per la Lazio dell’ottobre del 1992, con l’esplosione di Signori autore di una tripletta, la vittoria per 2-3 nella stagione 2003/2004 con un impressionante Adriano che devastò letteralmente la difesa dei biancocelesti di Mancini e soprattutto l’inutile 2-1 del maggio del 1999, con doppietta del matador Salas all’ultima di campionato in un Olimpico “surreale”, che certificò lo svanire dello scudetto in favore del Milan di Zaccheroni.
C’erano circa 70.000 spettatori che sperarono invano nel miracolo del Perugia e l’immagine più curiosa fù il pianto incessante di Christian Vieri, centrattacco della Lazio, quando si rese conto al 90° che il sogno era svanito. Vieri era considerato un “senza Dio” viste le tante squadre che aveva già cambiato nella sua carriera e fu abbastanza strana la sua immedesimazione dal momento che uno scudetto l’aveva vinto due anni prima con la Juventus e non immaginando minimamente quello che il destino avrebbe riservato alla Lazio l’anno successivo, sempre da…..Perugia!