Roma, 2 dicembre – Se si abbinano il Campione, i vini che produce, una bella compagnia e un luogo ottimo per degustarli e passare tre ore in spensierata allegria e simpatia quale è la Torrefazione Adriatica dei F.lli Bertini di Roma-Montesacro il gioco è fatto.
Ne esce fuori una di quelle serate da ricordare, durante la quale Moser ci ha regalato la grande gioia di parlare anche del nostro libro, ‘Racconti di Sport’, del quale è uno dei migliori protagonisti e che è piaciuto moltissimo a tutti gli intervenuti (il libro è acquistabile su ilmiolibro.it oppure scrivendo a redazione@attualita.it.). A Moser, infatti, il nostro redattore “ciclistico” Amedeo Santicchia ha voluto dedicare un racconto intitolato “Padre, figli e vino santo” che al Campione è piaciuto moltissimo, così come al romano Tullio Rossi, un altro grande del ciclismo di quei tempi, intervenuto anche lui a questa serata che si è equamente divisa tra sport e vini.
Uno migliore dell’altro, inutile dirlo, da quello fruttato che ha aperto le danze, al rosso, al Gewurztraminer di chiusura.
E poi i ricordi, tanti e belli, del suo ciclismo.
Del Giro come della Parigi-Roubaix, del Tour e del record dell’ora, che come tutti gli altri “è stato fatto per essere battuto”, come ha chiosato lui, sempre in forma come quando correva in bicicletta. Perché i Campioni non invecchiano e restano sempre giovani nella memoria di chi li ha ammirati.
E restano sempre tali, soprattutto se si ha la fortuna di passarci insieme una serata magnifica, conclusa, come è ovvio che sia, tra foto ricordo e autografi su libri e bottiglie di vino.
Tutte rigorosamente etichettate “Moser”.