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Racconti di sport. Viva Zico

calcio zico udinese 1984Domenica, in occasione della partita contro il Sassuolo, Zico torna allo Stadio Friuli per festeggiare i 120 dell’Udinese, nella quale ha giocato e alla quale è rimasto molto legato.
Roma, 17 febbraio 2017 – Cosa è stato Zico per l’Udinese? Un sogno realizzato. L’iperbole di un campione di fama mondiale che finisce a giocare in una squadra di provincia (senza offesa, ovviamente) del calcio italiano. Il mito che si fa uomo. Sia come sia, da quando ha vestito la maglia delle zebrette friulane nulla è stato più come prima. Perché da quelle due stagioni (1983-84 e 1984-85) tutto il mondo ha conosciuto l’Udinese e Zico, a sua volta, ha conosciuto il Friuli e friulani, dei quali è rimasto sinceramente innamorato.
“Mandi e buse i fruts, baci ai bambini” ha detto lui stesso in dialetto quando ha annunciato che sarebbe stato presente allo Stadio Friuli domenica 19 febbraio per la gara contro il Sassuolo, in occasione dei 120 anni dell’Udinese. Che per bocca del suo direttore generale Franco Collavino ha annunciato: “Stavamo cercando di portarlo a Udine da tempo e, approfittando di un viaggio che farà in Europa per commentare alcune partite di Champions per una tv brasiliana, la linea dei nostri desideri si è intersecata. Dal 16 al 20 febbraio sarà qui a Udine per restare qualche tempo con noi. Organizzeremo una serie di eventi tra i quali una conferenza stampa e il saluto ai tifosi nel giorno della partita. E’ una grande gioia riavere qui un’icona che meglio identifica l’Udinese a livello nazionale e internazionale. E’ la ciliegina sulla torta per i festeggiamenti dei 120 anni del club”.
Che Zico sia, dunque, proprio come in quell’estate del 1983 nella quale, per portarlo in Friuli, il presidente Mazza sfidò i regolamenti della Federcalcio insieme al collega Dino Viola della Roma, che si associò a lei per scritturare un altro grandissimo brasiliano di quei tempi, Toninho Cerezo. E al grido di “O Zico, o Austria” l’Udinese ebbe la meglio, riuscendo così a portare il Arthur Antunes Coimbra, il “Galinho”, in Friuli tra l’incredulità generale.
Cosa che, a pensarci bene, rende ancora più grande la leggenda di Zico.
Il giocatore brasiliano più famoso nel mondo dopo Pelé.

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