Si tratta di una espressione presa in prestito dal pittoresco mondo del rugby. In inglese “Wooden Spoon”, “Cucchiaio di legno”. Non si tratta di una medaglia reale, ma una immagine presa a prestito dalla tradizione del college di Cambridge dove i ragazzi assegnano questo tipo di medaglia ai colleghi che prendono i voti più bassi. L’immagine è stata trasferita ai paesi (fra cui l’Italia) che prendono parte al Trofeo delle Sei Nazioni di Rugby ( attualmente in piena effettuazione) e viene simbolicamente assegnata alla squadra che non vince nemmeno una partita.
Nel gergo mediatico olimpico, il cucchiaio di legno ultimamente viene attribuito simbolicamente a chi finisce subito a ridosso dei primi tre e che per la sua prestazione avrebbe potuto meritare di più.
Avrebbero meritato il cucchiaio di legno a Pyeongchang oggi nello slalom gigante sia Johanna Schnarf che Federica Brignone piazzatesi quinta e sesta, ma soprattutto il pattinatore appena diciannovenne Matteo Rizzo che nel pattinaggio programma corto short program, addirittura è riuscito ad inserirsi in quinta posizione con una esibizione perfetta effettuata sulle note dei Beatles, che ha suscitato l’entusiasmo del gremitissimo Palaghiaccio di Pyeongchang.
Il ragazzo romano ha mostrato una maturità eccezionale per un giovane della sua età e sicuramente rappresenta un valore sportivo di prima grandezza nello sport italiano. Rizzo sta facendo grandi sacrifici per potersi preparare dove esistono strutture per il pattinaggio su ghiaccio. Perciò dalla natia Roma, dopo aver effettuato tutte le procedure previste di regolamenti, da gennaio è stato reclutato dalle “Fiamme Azzurre”, il Corpo di Polizia Penitenziaria, per risiedere permanentemente a Sesto San Giovanni dove si allena. Il cucchiaio di legno rappresenta il miglior augurio per una carriera. Non dimentichiamo però, che Matteo Rizzo è figlio di Walter, Allenatore 3° livello europeo danza, 1° livello europeo pattinaggio artistico. Fra i suoi brillanti risultati, è stato allenatore capo della 2 volte Campionessa del Mondo Miki Ando.
A fine di giornata “last but not least”, per ultimo ma non ultimo, il brillantissimo risultato ottenute dalle due azzurre nel Biathlon partenza in massa Dorothea Wierer e Lisa Vittozzi, piazzatesi la prima al quarto posto la seconda al sesto.