Accade anche che un zelante funzionario impedisca ad un favorito sui 200 m. (Isaac Makwala) di scendere in pista nei 400 metri (dove vanta il secondo miglior tempo dell’anno) mettendolo per 48 ore in quarantena perché ha qualche difficoltà sul Water Closet.
Succede, però, anche che la IAAF, diretta dal britannico Sebastian Coe (uno dei più grandi ottocentisti della storia assieme all’azzurro Marcello Fiasconaro), abbia la saggezza di intervenire per recuperare in qualche modo l’atleta del Botswana.
La Iaaf, non potendo ridisputare la Finale dei 400 m – vinta alla grande da Wayde Van Niekerk decide di riammettere il malcapitato Makwala (doppiamente iellato perché prima ha problemi in bagno e secondo perché si imbatte in un burocrate esibizionista) alla gara dei 200m cui aveva dovuto dare forfait.
Siccome, però il primo turno era già stato archiviato, la IAAF gli offre di qualificarsi alla semifinale correndo da solo pur di fare un tempo migliore di quello del primo escluso. L’africano accetta la salomonica sfida ed il test va in porto perché Makwala fa assai meglio del richiesto 20.20 anziché 20.40. Il tutto due ore prima dell’orario della semifinale.
Lo Stadio Olimpico di Stratford dispone di 10 corsie. Non è un problema usare una nona corsia per accomodare uno scomodissimo ospite, peraltro non affaticato da turni precedenti e finale dei 400 metri.
Infatti in semifinale sotto la pioggia battente il rappresentante del minuscolo stato dell’Africa Meridionale confinante con il Sud Africa, realizza il secondo miglior tempo (20.14) dietro lo statunitense Isiac Young, 20.12.
Ed il superfavorito, Wayde Van Niekerk? Si qualifica per la finalissima di questa sera alle 22.50 per il rotto della cuffia grazie al miglior tempo degli esclusi, 20.28. Palesemente affaticato.
Considerati stato di forma e crono della stagione, il favorito era proprio lui per un successo che avrebbe significato doppio oro (400 m e 200). Ma nel giro di poche ore le cose sono radicalmente cambiate. Il sudafricano vicino all’Italia appare seriamente provato da 5 turni impegnativi (con finali e semifinali in 4 giorni). Ed in pista è riapparso il suo miglior amico e rivale, quasi corregionale.
Avessero dato ragione al burocrate zelante, la situazione Van Niekerk sarebbe stata più rassicurante. La presenza al via dell’avversario più agguerrito e più fresco, rende la faccenda assai più complicata.
Tuttavia, trattando la questione di chi sia il nuovo re della velocità mondiale dopo il il ritiro del giamaicano Usain Bolt (ma può darsi che riappaia per la staffetta 4×100, dove la Giamaica è favorita), questa sorta di test estemporaneo può rappresentare un nuovo buon elemento di giudizio sulla reale grandezza di questo magnifico atleta sudafricano. Quanto alla possibilità che Van Niekerk possa realizzare il nuovo record del mondo della specialità, dopo quello ottenuto sui 400 m ai Giochi di Rio, in questo momento appare assai improbabile.
Ma mai dire mai quando ci sono di mezzo cavalli di razza!
In tutto questo che fine ha fatto l’Italia fino a non molto tempo fa una delle nazioni più fertili atleticamente? Ha rinunziato a partecipare, forse? Dall’aldilà che cosa starà pensando Primo Nebiolo che fino al 2000 ha felicemente pilotato l’atletica italiana e Mondiale?
Sì. Non sembrerebbe, ma gli azzurri sono presenti, anche se con scarsissimi risultati. Attualmente ci stiamo consolando con gli ascendenti italici della mamma di Van Niekerk e sul fatto che si allena in pianta stabile da 4 anni in Friuli. Ed anche con la scoperta di un giovane velocista lombardo Filippo Tortu, duecentista come i Berruti, Ottolina, Mennea, Tilli. Grazie al forfait di Makwala, il velocista lombardo ha raggiunto la semifinale dove è giunto sesto in 20.62. Non è poco né male per un ragazzo di 19 anni, figlio d’arte che a luglio ha anche conseguito la maturità scolastica.
Per il resto per sapere se l’Italia atletica esiste, dobbiamo attendere gli ultimi giorni quando entreranno in scena i nostri saltatori in alto: Gianmarco Tamberi (redivivo dopo l’infortunio che gli ha impedito di gareggiare a Rio) e Alessia Trost.