Innanzi tutto il successo di Casa Italia, punto di riferimento degli atleti azzurri e del nostro modo di vivere, che ha trovato locazione in un ex club-hotel situato su un promontorio con vista mozzafiato sull’oceano a circa 20 km. dal Villaggio Olimpico; è stato il fulcro della sagace attività di marketing del Coni nella prospettiva, ancora tutta da valutare, della candidatura di Roma per i giochi del 2024. Il meglio ed il bello del “made in Italy” da tutti frequentato ed invidiato.
Il villaggio invece è stato collocato nella zona Barra de Tijuca ed è costato circa 835 milioni di dollari, con un extra di 100 milioni per le ultime rifiniture e forniture; un villaggio di 31 palazzine, definite dai più “spartano” più che Olimpico, con 3604 appartamenti che dovranno in un prossimo futuro diventare zona residenziale. Il Coni, tanto per chiarire il concetto di spartano, ha ingaggiato degli operai del luogo che hanno provveduto a mettere delle toppe, nella palazzina riservata agli atleti italiani, relativamente ad infissi, armadi e quant’altro.
Parliamo di medaglie, le più grandi di sempre come diametro, che ormai da decenni non hanno più il valore intrinseco del metallo di riferimento; le 812 gold medals valgono circa 190 mila euro con “solo” 6 grammi d’ORO e ben 494 grammi d’argento, più che altro placcate oro! Rispetto a Londra 2012 più grandi, ma non le più preziose in considerazione anche delle oscillazioni delle materie prime.
Le infrastrutture tecnologiche poi sono state curate da 3500 persone, di cui 500 ingegneri, con una presenza fisica 24 ore su 24. Questi operatori hanno creato un sistema tecnologico di gestione dei giochi ed un sistema per la diffusione delle informazioni che hanno portato i risultati sportivi in tutto il mondo, messi in sicurezza da circa 500 server, fruiti appunto da quasi 5 miliardi di spettatori.
Doverose un’annotazione ed un paio di curiosità sportive: l’Italia,nona nella classifica assoluta del medagliere, è al 37° posto nel rapporto podi conquistati-abitanti, dietro realtà come Mongolia, Kuwait, Svizzera, Ungheria, Serbia ed altre; non proprio un vanto per il Coni che ha tenuto più a sottolineare il bottino di 28 medaglie complessive rispetto alle 25 previste alla vigilia.
Incidono il fallimento totale dell’atletica leggera, del pugilato e parzialmente del nuoto e della scherma, mentre ci hanno tenuto su il tiro, una vera miniera sia dal punto di vista maschile che femminile, ed i giochi di squadra con la Pallanuoto e la Pallavolo di sicure prospettive.
Come curiosità segnaliamo l’oro conseguito dal nipote del grande Eddy Mercks, Luca Masso, nell’hockey prato ma anziché con i colori del Belgio Luca, figlio di Sabrina Mercks e del tennista argentino Eduardo Masso, ha vinto in finale con i colori dell’Argentina, sconfiggendo proprio il Belgio! La cosa clamorosa è che Luca, nato e cresciuto in Belgio, ha preso la cittadinanza del padre pochi mesi prima dei giochi, quando ha fiutato che i fiamminghi non lo avrebbero convocato per Rio. Quando si dice che la vendetta è un piatto…..freddo!
Appuntamento a Tokio 2020, alla seconda organizzazione dopo cinquantasei anni da Tokio ’64.