Roma, 1 maggio 2019 – Per i primi 15 minuti l’Ajax ha investito il Tottenham come un torrente in piena, aggredendo la corazzata britannica da tutte le parti con un pressing feroce che non dava scampo. Mai visto uno spettacolo simile su un campo da football. Roba da fantacalcio.
La squadra londinese guidata dall’argentino Pochettino, appariva incredula per quello che le stava capitando. Sicuramente confusa. Un pressing asfissiante tutto campo che non dava neanche il tempo per riflettere.
Non stava scritto da nessuna parte che il calcio si possa giocare così, con questi ritmi travolgenti. Non era nelle regole… Eppure stava accadendo. Così come era successo a Madrid con il Real, oppure a Torino con la Juventus.
Undici ragazzi spensierati e non particolarmente atletici che stavano imbambolando una formazione iperdotata sia sul piano fisico (più alti, più muscolati, più veloci), che su quello tecnico (talenti selezionati di calibro mondiale come il brasiliano Lucas Moura).
Come era possibile tutto ciò? Se lo stava domandando in particolare il pubblico londinese che seguiva a bocca aperta ciò che stava accadendo davanti ai propri occhi.
La risposta? Semplicissima. Stava accadendo quello che ormai è un dato consolidato. Il calcio ha svoltato pagina. Alcuni tecnici sull’asse Amsterdam-Barcellona (Crujiff-Guardiola) da tempo hanno sviluppato un calcio basato sul pressing collettivo per annullare la superiorità fornita dal talento puro e semplice. La tattica ed il gioco corale contro i soldi che consentono di disporre dei campioni migliori. In qualche modo David contro Golia. L’intelligenza e la preveggenza al servizio del collettivo.
Tutto ciò non si improvvisa.
Scambiarsi il pallone al volo smarcandosi in continuazione per farsi trovare libero da marcature, occupare spazi. Investire all’unisono gli avversari togliendo loro ogni
possibilità di sbocco, riducendo il loro spazio vitale, sono sviluppi tattici che richiedono scienza ed attenzione, nonché lunghe esercitazioni e tecniche precise, sicure e ben sperimentate.
Cioè una vera e propria scuola non registrata da nessuna parte, se non l’adesione a dei modelli di riferimento, intuiti più che comprovati. Ispirati da concetti alti che propongono non il giocatore guidato come un robot dalla panchina o talentuosi fenomeni da baraccone in grado di dominare a piacimento una sfera, ma un essere normale raziocinante che lavora insieme ad altri per ottenere migliori risultati collettivi.
Supplendo con inventiva e fantasia ad eventuali o carenze o limiti individuali.
Questo è dunque l’Ajax di Amsterdam a raffronto con il Tottenham di Londra – ma come si permette di aggredire a spron battuto l’avversario fuori casa? – anziché “fare possesso palla” in attesa di sviluppi!
Questa è l’Atalanta di Gasperini, al cospetto della Juventus di Allegri, od altre corazzate economiche italiane come l’Inter di Spalletti.
Naturalmente la faccenda non è così semplice. Così come non è stato semplice per l’Ajax di Ten Hag tornare ad Amsterdam con una rete di vantaggio.
Prima di tutto i campioni servono e come! Sono il pane del calcio. Ronaldo o Messi possono fare una gran buona differenza.
Siamo nel calcio professionistico. Non puoi permetterti un Ronaldo, ma puoi trovare ottimi professionisti in grado di aderire ad una visione propositiva di calcio. Sapere aggiornarsi tecnicamente. Sacrificarsi in allenamenti diretti ad ottenere determinati
risultati. Scoprire che tecnicamente migliori se osi di più e ti diverti. Scoprire che un talento modesto inquadrato in un collettivo può crescere e molto e diventare un affare vantaggioso anche sul mercato, vedi i giocatori dell’Atalanta. Ed anche che l’entusiasmo contagia. Comunque giocare con il ritmo ossessivo con cui ieri sera l’Ajax ha investito il Tottenham richiede quantità enormi di energie psico-fisiche. Energie che non possono durare 90 minuti, anche se accompagnate da opportuni cambi.
Al limite consuma di più chi aggredisce.
La rete, bellissima, di Van de Beek è arrivata al 15’. Frastornando ancor di più i malcapitati londinesi.
Quindi, il torrente è andato man mano calmando, come era logico e fatale, riproponendo nella ripresa, l’eccellente valore del calcio inglese, il più forte ed evoluto al mondo. Un eccellente mix fra componenti tecnico-atletiche e tattiche.
Il Tottenham ha rischiato la debacle psicologica, ma ha resistito all’ondata e pian piano ha riequilibrato i rapporti, anche se la sconfitta è apparsa inesorabile e premiante il calcio di ispirazione corale rispetto al calcio meramente campionistico. Si tratta in realtà di un distinguo assolutamente superabile anche dal punto di vista pratico.
Chi impedisce, infatti a giocatori talentuosi di avere un approccio al calcio corale? Nessuno. Se non allenatori superati. Tutte le squadre possono, infatti, giocare come l’Ajax o l’Atalanta, basta volerlo o poterlo fare.
Gli allenatori giusti già esistono sul mercato. Basta cercarli anche se non hanno ancora un nome conclamato.
Intanto andiamo a vedere quello che questa sera succede nella sfida fra Barcellona e Liverpool Dietro gli inglesi la scuola tecnica tedesca di Jurgen Klopp . Alle spalle dei padroni di casa la tradizione iberico blu grana di Ernesto Valverde.
Dal calcio al tennis per una nota azzurra: Matteo Berrettini continua la sua scalata ai vertici delle classifiche mondiali. Dopo il successo al Torneo ATP di Budapest ha infatti esordito all’ATP di Monaco sconfiggendo in due combattuti set (7-6, 6-4) l’uzbeco Denis Istomin. Prossimo avversario per il 23enne tennista romano è l’inglese Kyle Edmund no.22 del ranking.