Ancora sfortuna, la Lazio si arrende al Ferraris. Genoa-Lazio: 1-0

Nonostante un primo tempo giocato ad altissimi livelli, la formazione di Pioli non riesce a segnare all’ottimo Perin e subisce, a tre minuti dal 90′, il gol-beffa del genoano Pinilla.

Genova, 21 settembre – La Lazio perde ancora in trasferta e, come nella partita di San Siro contro il Milan, lo fa pur giocando un calcio di ottima qualità. Dopo un primo tempo passato costantemente nell’area di rigore genoana, in cui la squadra di Pioli ha impensierito seriamente Perin in almeno quattro occasioni ed ha colto una clamorosa traversa con Djordjevic, la manovra biancoceleste si è frenata, anche a causa di ben tre infortuni decisivi; prima è Biglia, il play degli aquilotti, a lasciare il campo in chiusura di primo tempo, quindi Basta e Gentiletti devono abbandonare la partita per problemi fisici.

Il Genoa approfitta della confusione derivante dai cambi e, utilizzando al meglio i suoi, cresce, trovando la chiave di volta per neutralizzare gli attacchi avversari.

All’87’, in modo del tutto inaspettato, un assist di Perotti innesca il subentrato Pinilla, e l’incredibile 1-0 fa cadere la formazione di Pioli nello sconforto.

L’assalto finale dei biancocelesti, guidato da Candreva , autore di un bel tentativo in corsa e di una punizione deviata di poco fuori, si conclude con un angolo che vede anche Berisha in attacco: ma non succede nulla, ed il Genoa festeggia una vittoria tanto sofferta quanto preziosa.

PAGELLE.

Berisha: 6,5. Pronto ad intervenire su Kucka lanciato a rete, si dimostra preciso nelle uscite nel secondo tempo. Sul gol non può nulla, ed è commovente quando, nel finale, sale addirittura a cercare il pari in area di rigore genoana.

Basta : 6. Fino all’infortunio spinge sulla fascia e collabora con Candreva, creando la solita catena di destra che è l’arma vincente della Lazio di Pioli. Si spera in uno stop di pochi giorni, perché la differenza in fase di attacco tra lui e Konko è evidente. dal 46′ Konko: 5,5. Poca spinta sulla sua fascia, e sia il gol, sia un’altra chance sprecata da Pinilla nascono da cross partiti dalla sua zona di competenza.

de Vrij: 5. Dispiace dover bocciare ancora il giovane olandese, ma la sua espulsione è la pietra tombale sulle ambizioni biancocelesti. Ingenuo sia in occasione del primo giallo, quando atterra un Pinilla in fase di accelerazione, sia in occasione del secondo, quando un movimento scoordinato porta al fallo di mano e alla giusta espulsione. 

Gentiletti: 7. Operazione di mercato accolta dai supporter biancocelesti con un filo di scetticismo, quella che ha portato all’acquisto di Gentiletti: il centrale proveniente dal San Lorenzo, invece, si sta dimostrando un giocatore di altissimo livello, dotato di un tempismo che poche altre volte si è visto dalle parti di Formello. Dal suo infortunio iniziano le difficoltà della Lazio, che perde via via sicurezza nei meccanismi difensivi e subisce, nel finale, il gol mortifero di Pinilla. dal 69′ Cana: 5,5. La fase difensiva biancoceleste, dal momento in cui Gentiletti esce, perde in modo progressivo la bussola. In questo quadro poco confortante che porterà al gol di Pinilla, Cana non riesce in nessun modo a dare sicurezza a Berisha e compagni.

Braafheid: 6,5. Altro acquisto passato sottotraccia nel mercato laziale ma, come nel caso di Gentiletti, Braafheid sta stupendo e regalando prestazioni di grande contenuto. L’olandese spinge con costanza sulla fascia sinistra, e la precisione del suo sinistro sta diventando una vera arma a disposizione dell’arsenale di Pioli.

Lulic: 5,5. Se si decide di schierarlo come centrocampista centrale, bisogna accettare le sue caratteristiche sia nel bene che nel male. Continuo, instancabile ed abile nell’inserimento, ma anche confusionario, tecnicamente non eccelso e, ogni tanto, un po’ inconcludente. Oggi poteva andare meglio, ma se Perin non avesse sventato un suo tentativo con un miracolo staremmo a parlare di un’altra partita.

Biglia: 6,5. Una regia sostanziosa e sempre precisa, con passaggi giusti e pochissimi errori. Biglia è il primo a salutare la compagnia per infortunio, e la sua assenza non può non essere inquadrata tra le cause del progressivo spegnimento della luce della prestazione biancoceleste. dal 45′ Ledesma: 5,5 Non riesce a dare la fluidità di manovra che aveva garantito, per tutto il primo tempo, l’ottimo Biglia.

Parolo: 6. Solita prestazione di sostanza nel centrocampo biancoceleste, soliti inserimenti tempestivi ed un grande tentativo sventato solo dall’ottimo Perin di oggi. Nel finale, con il rosso a de Vrij ed  i cambi terminati, Parolo scende a fare il difensore centrale ed il gol passa proprio dalle sue parti: sarebbe assurdo, però, chiedere a lui di arrestare il fiuto del gol di Pinilla.

Candreva: 6. Perenne fulcro della manovra biancoceleste, oggi Candreva brilla meno del solito, ma quando si accende mette comunque i brividi alla difesa genoana. Suo, infatti, lo splendido ricamo che porta al colpo di testa di Djordjevic, morto sulla traversa; nel finale si carica la squadra sulle spalle e la conduce all’assalto che non porta, però, al meritato pareggio.

Djordjevic: 6. Confermato in attacco al posto di Klose, Djordjevic sfiora il suo primo gol italiano con un colpo di testa, su assist di Candreva, che si spegne sulla traversa. Lotta e sgomita, come sempre, cercando di fare la sponda per gli attaccanti esterni laziali, ma nel secondo tempo, con la manovra biancoceleste che si va arrestando, scompare dai radar della partita.

Felipe Anderson: 6. Prende il posto di Keita e conferma, in un primo tempo tutto passato ad attaccare, le impressioni positive che aveva iniziato a dare già dal precampionato. Arriva anche al tiro, impegnando seriamente Perin, ma nel secondo tempo subisce l’involuzione che colpisce tutta la manovra biancoceleste.

All. Pioli: 6,5. La Lazio gioca un primo tempo da Real Madrid, con un tourbillon di passaggi e di sovrapposizioni sulle fasce che solo per i miracoli di Perin non produce 4-5 gol. Nella ripresa, tra gli infortuni, la forma fisica che risente della stanchezza per il gioco prodotto e le contromisure prese da Gasperini, i pericoli per il portiere genoano diminuiscono, ed il gol subito nel finale prende il sapore dell’autentica beffa. Peccato, perché questa poteva essere veramente l’occasione per rompere la maledizioni del Ferraris, dove la squadra di Lotito, contro il Genoa, viene sconfitta con continuità ormai da 3 anni.

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