Calcio. L’ultima bandiera

Donnarumma è l’emblema del calcio di oggi. De Rossi resta l’ultima bandiera di un football nel quale ormai si guarda solo ai soldi.

Roma, 16 giugno 2017 – La vicenda Donnarumma la conoscete tutti. Un portiere di grandi doti che cresce nel Milan, esordisce in prima squadra a 17 anni, diventa l’idolo dei tifosi ma, quando deve legarsi alla squadra che lo ha cresciuto e lanciato (uno squadrone, si intende, non un piccolo club) rifiuta un rinnovo di contratto a 5 milioni di euro l’anno per 5 anni rompendo il rapporto e mettendosi sul mercato, a caccia del miglior offerente. I pretendenti sono molti, l’asta per l’ingaggio più alto è certa, ma il Milan potrebbe anche tenerlo fermo un anno, quello che resta del vecchio contratto.

Irriconoscente? Di sicuro, ma anche professionista, figlio di un calcio che segue solo i soldi e non altri valori.

Quelli che, ad esempio, ha enunciato Di Francesco nella conferenza stampa in cui è stato presentato come nuovo allenatore della Roma. “Senso di appartenenza, umiltà, compattezza, attaccamento alla maglia”. Un tasto, quest’ultimo, a proposito del quale ha anche detto: “Appena ho ricevuto l’incarico la prima persona che ho contattato è stata De Rossi. Perché lui sarà il nostro simbolo, l’uomo a cui tutti dovranno fare riferimento. Guardatelo quando è in campo: è il primo che esulta quando un compagno segna e il primo che è sempre pronto a dare consigli a chi gli gioca accanto o a incoraggiare chi ha appena sbagliato un passaggio”.

De Rossi, già. Che dopo l’addio di Totti è rimasto l’ultima bandiera di un calcio che non c’è più. Con le sue ormai tante stagioni da professionista, tutte con la Roma, esprime valori che da altre parti non si vedono più. Forse anche per questo molti italiani si stanno allontanando da un calcio nel quale non si riconoscono e si sono commossi per l’addio di Totti, anche se tifosi di altre squadre. Le bandiere piacciono a tutti, indistintamente.

I Donnarumma no. Checché ne dica il suo astuto procuratore Raiola. Lo stesso di Ibrahimovic, tanto per capirci. Quello i cui assistiti baciano le maglie delle squadre in cui giocano anche se solo per un anno.

Quando De Rossi bacia quella della Roma, invece, tutti sanno che il gesto è sentito e vero. Degno di un grande capitano giallorosso quale è. Nel segno della tradizione del club.

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