Roma, 5 APRILE 2022 – È stato il VAR il grande protagonista del Derby d’Italia numero 178, risultando determinante e spettacolare nel successo per 1-0 dell’Inter sulla Juventus all’Allianz Stadium di Torino.
Mai prima era stato così evidente la validità del sistema VAR (moviola in campo) che ha trasferito sulla tecnologia la responsabilità di quanto accade sul campo.
Di stabile cosa sia giusto da quello che non lo è. Di rettificare ciò che all’occhio umano possa sfuggire.
Al di là delle considerazioni etiche, ciò che sta emergendo dal Sistema Var è il valore spettacolare che esso ha aggiunto all’avvenimento agonistico.
Ovvero le emozioni extra che vengono offerte agli spettatori (specie Tv) ricompensandoli frequentemente di contenuti tecnico-agonistici mediocri.
Quello che è accaduto dal 43′ del primo tempo fra Juventus ed Inter, difficilmente potrà essere dimenticato da chi ha assistito all’evento.
Per oltre 8 minuti (6 oltre il tempo regolamentare), in campo si sono visti negare ed assegnare rigori. Situazioni lette e rilette alla moviola, valutate in un senso od in un altro.
Ad un paio di minuti dal termine della prima frazione – dopo che la Juve brillante ha già preso una traversa – il centrocampista nerazzurro Denzel Dumfries cerca spazio per infilarsi area juventina..
L’intervento in sandwich di Morata ed Alex Sandro è deciso ma non spietato. Però lo spagnolo tocca con un bel pestone il piede avversario.
Ma si è nei pressi della linea bianca laterale dell’area, può apparire un intervento fuori area: l’arbitro Irrati, infatti, lascia correre.
Niente affatto perchè il VAR Silvio Mazzoleni si fa sentire e l’azione è da rivisitare..
L’arbitro bergamasco è un altro dei migliori fischietti in circolazione. Il Palazzo ha coinvolto il meglio per l’occasione.
Irrati, dopo corsetta rituale a bordo campo, concorda: calcio di rigore.
Minuti di emozioni e spettacolo. Discussioni, fuori e dentro il campo (anche future). Ammonizioni. Spettacolo!
Non è finita qui! Anzi lo “show” è appena iniziato.
Show non in senso negativo, bensì positivo poichè sequenze di alti e bassi, suspense.
Oltre che il Derby d’Italia, la partita è fondamentale per qualcosa che interessa il Paese intero, lo scudetto della Serie A. Far dimenticare l’esclusione dei Mondiali!
Il portiere para-rigori bianconero Szczesny (4 consecutivi in Campionato) intuisce il tiro di Calhanoglu.
Sull’accorrere concitato del giocatore turco nonchè di De Light, Chiellini e dello stesso Szczesny, la palla rimpallata finisce per rotolare, comunque, in rete.
L’arbitro Massimiliano Irrati di Pistoia (uno dei migliori in circolazione) che concede la rete dell’1-0. Le proteste dell’Inter.
L’azione, dietro pressione di Mazzoleni che ha pedalato all’indietro per rivedere quello che è accaduto al momento della realizzazione del calcio di rigore.
Il consulto – mnemonico forse – del regolamento, in ogni piccola postilla, per scoprire che: se due giocatori difensori entrano in area entrambi prima del tiro, esistono gli estremi per l’intervento del Var e, poi, per la ripetizione del tiro.
Ecco quanto accaduto nei convulsi avvenimenti della decisione di ripetere il rigore.
Questioni di lana squisitamente caprina. Ma affascinanti, emozionanti per lo spettacolo al di là dei pro e dei contro. O del chi ci ha guadagnato o rimesso .
A Torino sicuramente ha vinto lo spettacolo. L’immagine del calcio ci ha guadagnato, non perso.
Anche perchè – pochi minuti dopo, oltre i 55 minuti del primo tempo allungato – si è verificato un episodio analogo, a parti rovesciate.
Questa volta non è stato concesso il rigore dopo l’intervento del Var.
Niente rigore, ma punizione dal limite. Non soluzioni politicamente corrette, ma trionfo della verità tecnologica al millimetro.
Chi ci ha rimesso è stata la Juve che con Allegri non perdeva dal 27 di novembre e rivedeva la zona scudetto.
Ci ha guadagnato l’Inter di Filippo Inzaghi che riparte dopo un solo successo in 7 turni di campionato.
Se ne giova tutto il mondo sportivo che segue il calcio e ne condivide le vicende, mai così gustose come da quando le sorti del campionato non sono affidate al mero giudizio di un arbitro, ma ad un sistema basato sulla tecnologia.
L’importante è che gli arbitri abbiano capito definitivamente che il VAR non diminuisce, ma esalta e protegge l’arbitro stesso.
L’arbitro ha l’occasione per rendersi conto (e con sussidi tecnici spettacolari), quale sia la verità tecnologica dei fatti.
Più lui è umile e più è bravo e finisce per figurare. E più farà carriera.
Quanto a chi ama fare l’arbitro da solo, dispone di ogni possibilità dal momento che il sistema riguarda solo la Serie A e – solo dallo scorso anno – la Serie B per i Play Off.
Per la cronaca, l’adozione del sistema Var, tanto sostenuta dal Guru TV Aldo Biscardi, ebbe come anteprima, la partita di addio al calcio del capitano della Roma Giuseppe Giannini.
Il match, disputato all’Olimpico di Roma, ed in TV, il 17 agosto del 2000, vide per la prima volta l’utilizzo sperimentale ed amichevole della moviola in campo.
Purtroppo venne interrotto nella ripresa per le eccessive intemperanze festose del pubblico.
Altri tempi!