Un impiego obbligato dai 42 milioni di Euro costati al Milan per l’acquisto del giocatore.
“www.attualità.it” in tante occasioni a partire dal momento dell’ufficializzazione aveva denunciato l’errore commesso dal Milan. In sintesi si era argomentato che Bonucci, alfiere di un calcio tatticamente e tecnicamente superato (vedi Napoli e Lazio su modello Barcellona), avrebbe condizionato negativamente il gioco ed il rendimento di una squadra “molto italiana” composta da giovani talenti già tecnicamente e tatticamente iniziati al calcio”spagnolo”.
Un passo indietro, dunque.
Ci si domandava (di fronte ad un rendimento alterno anche nei risultati) quando i commentatori nostrani si sarebbero accorti dell’errore commesso dai cinesi ammaestrati da Fassone. E quando soprattutto Montella (che di calcio è finissimo intenditore) avrebbe compreso l’errore fatto (supponiamo concorde con la dirigenza rossonera) e sarebbe corso ai ripari.
I migliori commentatori calcistici italiani hanno impiegato oltre tre mesi a rivedere i propri peana a favore dell’operazione Bonucci ed ora fanno a gara, nelle pagelle e nelle disquisizioni, a bersagliare uno che rimane sempre un grande giocatore che ha dato tanto al calcio italiano ma che ora appare superato dalla nuova superiore tecnica calcistica (sviluppata a Barcellona da Guardiola) che premia in Italia due società (Napoli e Lazio) dotate di giocatori diventati di qualità solo grazie al modulo impiantato dai due tecnici, con un parco giocatori costato la metà della metà degli squadroni dotati di grandi superiori risorse economiche.
Il calcio, come ogni sport di squadra, vive continui cambiamenti tattici. Negli anni si sono avvicendati tantissimi moduli di gioco.
Si è passati dal metodo al sistema; dal catenaccio e contropiede al calcio olandese di Sacchi, dal calcio totale all’impiego del libero od all’utilizzo tutto campo di un terzino (Gigi Martini nella Lazio di Maestrelli) che permetteva ad una squadra di avere un uomo in più in campo e chi più ne ha più ne metta… fino a ad arrivare al “giro palla” ed alle attuali formule numeriche 3.5, 2, 1 , 3,4,3 e via discorrendo.
Dunque il caso Bonucci è ormai sotto gli occhi di tutti. I suoi ultimi difensori (che non possono e vogliono smentirsi) provano a sostenerne la causa questionando (timidamente ormai) che il calciatore è tenuto in considerazione nelle liste dei premi internazionali (ieri è stato inserito nel TOP 11 dell’anno) dove da sempre si impone la scuola dell’ovvio: nessuno se la sente di trovarsi in minoranza per cui si finisce per segnalare lo scontato e chi gode di maggiori protezioni politico-sportive od economiche. Insomma vengono premiati i nomi più noti e che vanno in gol.
Un esempio, Gianluigi Buffon è da decenni il miglior portiere al mondo (e lo ha dimostrato ancora anche ad Udine) ma ha ottenuto ieri l’Award Fifa come miglior portiere dell’anno a due mesi dai 40 anni. Ma mai ha vinto il Pallone d’Oro o il premio assoluto di miglior giocatore Fifa (ritoccato ieri a Ronaldo) perché segna poco… e si limita solo a ad evitarli…!
Tornando al caso Bonucci. Si ha l’impressione che la gomitata al volto del genoano Rosi che ha comportato l’espulsione del capitano del Milan al 22’ del primo tempo, sia stata accolta in casa rossonera come una fortuna insperata.
Il fatto che il Milan non abbia ricorso contro le due giornate di squalifica che impediscono anche la sua presenza al match contro la Juve sabato, la dice lunga in questo senso.
Può anche darsi che Fassone e soci abbiano deciso di dare un esempio di sportività nei confronti del rispetto della Giustizia Sportiva!!. Molti ne dubitano. Piuttosto si ritiene che, se nelle prossime due partite il Milan dovesse dare l’impressione di avere ritrovato sé stesso (specie nell’incontro contro la Juve sabato prossimo) difficilmente ritroverà i gradi di capitano che aveva preteso alla firma del contratto. Non solo, ma che molte partite del Milan le vedrà dalla panchina, oppure dalla tribuna dove fu relegato in febbraio a seguito della lite con Allegri.
Nel frattempo, il Milan potrebbe chiedere indietro alla Juve i 42 milioni versati per l’”affare”!!!!!
A parte ogni scherzo, se la vicenda dovesse svilupparsi positivamente, il Milan dovrà rivolgere fervidi ringraziamenti all’operato dell’arbitro Piero Giacomelli che, utilizzando la moviola come tutti gli altri arbitri dovrebbero (e non stanno facendo), ha utilizzato il VAR per fare luce ad un episodio controverso. Giacomelli non è quello che se non vede una cosa lascia perdere, confidando sull’intervento TV del Var, ma quello che consapevole di non avere a disposizione la capacità di vedere tutto, chiede l’intervento dell’occhio elettronico senza alcun pudore. Bravo, dunque, il fischietto trentanovenne triestino a farsi questo bagno di umiltà ed a sancire il primo cartellino rosso diretto della TV elettronica.
Questo è il futuro del VAR come accade in tutti gli altri sport.